domenica 17 maggio 2009

Leggerezza

Venerdì giornata a Torino, Fiera del Libro.
Ho passato il tempo a fare quello che si fa di solito in queste situazioni. Niente di rilevante.
Allora la mia attenzione, come al solito, è stata catturata da quei piccoli segni da entomologo. Ed ho seguito con lo sguardo.
Nello stand di un importante editore, ad un certo punto, ho individuato un'autrice che si pavoneggiava a metà tra l'undestatement e il condurre un paio di persone (dalla confidenza degli atteggiamenti doveva trattarsi di conoscenti) tra gli scaffali dello stand.
Un po' come se fosse a casa sua.
Qualche gesto di circostanza, molta presenza di sé.
Come se quella fosse la sua aria, il suo elemento naturale.
Eh, diamine.

Il problema è però che i suoi due libretti usciti presso il grande editore ipercólto (il secondo da pochissimi giorni) sono alquanto insipidi. Le sue storie, che vorrebbero essere leggiadre e leggere (ah, povero Calvino!), sono insipienti, inutili, veramente poco ma poco significative. E nemmeno un esercizio di stile.
Conosco entrambi i libri, li ho letti: se il primo, almeno, aveva una parvenza di ironia, il secondo è davvero insignificante.

Eppure ci si pavoneggia.
Eppure si gongola.
Eppure: ma volete mettere quanto è figo essere autori di Adelphi!?

14 commenti:

  1. io invece ieri ho "conosciuto" Stefania Bertola: quella sì che è leggerezza. di persona poi sembra una pippi calzelunghe adulta con gli occhi brillarelli.

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  2. Bè, ma se nessuno la piglia per un'orecchia e le dice che è insipida...
    La colpa è anche nostra, no?

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  3. @MAQ: ah, c'eri anche tu venerdì?! io purtroppo ho corso come una trottola, ho fatto solo cose di lavoro...

    @LGO: sì, noi lettori avremmo un grosso potere (su Anobii). Nella realtà comandano i recensori spesso prezzolati, per cui...

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  4. Desian, ognuno si consola come può. Se za lei stare allo stand a fare la figa le risparmia di prendere una sega elettrica e massacrare il bonsai nel salotto, meglio, no?

    Tanto tu il prossimo libro non lo compri né il suo né dell'Adelphi.

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  5. Che cosa ti posso dire? Per quanto ne so, i percorsi che portano alla pubblicazione, anche per le case editrici che dovrebbero badare di più ai contenuti e alla qualità, non sono sempre lineari. E a volte essere un po' pavoni aiuta!

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  6. Posso versare qualche lacrima qui, desolata, sul tuo blog?

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  7. Non è sempre facile essere coscienti dei propri limiti e poi la tipa aveva dalla sua due romanzi, una casa editrice non proprio sconosciuta e recensioni probabilmente positive...e se il tutto non era supportato da vero talento, probabilmente aveva le spalle ben coperte. Diventa facile perdersi, almeno credo.

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  8. non avete idea di che ambiente c'e' nelle case editrici.
    E dopo questa, scusate, per stavolta sono anonima.
    ciao.

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  9. io nn ho mica capito chi era questa autrice!!!!
    anche noi ci siamo stati ieri alla mostra e siamo ancora frastornati anche se ci è piciuta tantissimo.
    ma noi lettori abbiamo un potere immenso in mano: leggere, comprare, consigliare, regalare solo libri di qualità....il resto nn vale nemmeno come carta da riciclo...

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  10. @anonimo/a: so abbastanza bene qual è l'atmosfera delle case editrici: sono anni che ci son dentro (o meglio, fuori: guardo da un altro punto di osservazione)... il mio post era una nota proprio da entomologo, una osservazione soggettiva e neanche "scientifica": mi diverte molto cogliere comportamenti che mi aiutano a capire meglio le cose e il mondo dove vivo.

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  11. @emily: eh tu chiedi proprio troppo, eh!!! :-)
    posso solo dire che non si tratta di Virginia Wolf...

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  12. mannaggia, mi ci vorrà ancora un po', ma l'anno prossimo ci corro pure io...

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  13. beh, però è brava.Ieri hopreso il suo libro a una bancarella, che di pagare 13 euro un racconto lungo mi rifiuto, Adelphi o non Adelphi.
    Ciao
    Zelda

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