Oggi pomeriggio io e la donna grande ci siamo concessi un lusso. Oddìo, una opt delle arcate dentarie, insomma una cosiddetta panoramica (ci tocca l'apparecchio, ci tocca), non è proprio il lusso che tutti i pargoli vorrebbero. E nemmeno i genitori, non foss'altro che per le radiazioni.
Presi da pigrizia camminatoria, sotto un sole estivo e un cielo terso, ci siamo avviati a piedi, lemme lemme, verso l'ambulatorio a poche centinaia di metri da casa. Ci siamo fermati due minuti alla Crocifissione del Perugino: sai com'è abitando a Firenze... Vabbè, no confesso, l'affresco è in restauro, abbiamo dovuto accontentarci del chiostro.
Abbiamo chiacchierato di un suo amichetto che da domani cambia scuola e diventa un ex-compagno di classe: mi ha raccontato della giornata pressoché dedicata ai saluti. "Lui comunque mi sembrava tranquillo, babbo, almeno così la sua scuola nuova è più vicina alla sua casa". In effetti, un buon viatico per cambiare.
Poco prima di arrivare all'ambulatorio, la donna grande ci ha tenuto a mostrarmi la gelateria che ha scoperto da quando va a lezioni di piano.
Poi via a far l'esame. Che, a dire il vero, è durato praticamente pochi secondi così abbiamo ripreso il nostro cammino di ritorno in men che non si dica.
La donna grande era euforica: salterellava dove poteva, giocava con le transenne salva-pedoni, si è fatta condurre, mi ha condotto.
La meta era, doveva essere, la gelateria. Metodica come solito ha chiesto un gelato in bicchierino (di solito preferisce il cono ma dovendo camminare...), un unico gusto, crema, con una spruzzatina di panna. Le avreste detto no? Anche se ormai eravamo prossimi all'orario di cena?
La camminata di ritorno è stata una degustazione, una lezione di stile palettifero: la guardavo circuire il gelato da sotto (per non farlo colare giù) poi un colpetto alla panna, ma solo in dose omeopatica, e via un po' di crema e una spolverata di panna. Avanti così. A casa, è arrivato un liquame giallo ormai immangiabile...
Ma il tempo, il lusso che ci siamo concessi, due chiacchiere, un po' di risate. E il piacere di camminare fianco a fianco con questa piccola silfide (le sue famose gamberelle secche...), davvero allegra e scanzonata, oggi. A suo agio nel suo quartiere, aria di casa, aria di strada dove abitiamo.
Questo lusso oggi mi appaga.
Lusso che mi permetto.
Lusso che rivendico mio.
Lusso normale che dovrebbe essere di tutti.
La chiusa è sicuramente un distillato di saggezza, su quelli che sono i veri lussi e che devono essere normali diritti ma anche normali rivendicazioni. spesso ciò che accade ci toglie certi lussi e certe volte non ce li prendiamo.
RispondiEliminagrazie, ne faccio buona nota.
Mamma mia, sorrido.
RispondiEliminaIo mi permetto il lusso di leggere un papà innamorato. :)
Ho immaginato la scena del gelato e gli angoli della bocca salivano da soli.
@monica: sì la tua sintesi chiude il cerchio: non sempre siamo in stato di grazia genitoriale per poter cogliere i lussi che abbiamo o che potremmo avere. Anche tanta fatica abbiamo fatto per arrivare all'equilibrio e all'oggi. Adesso ce lo godiamo, l'equilibrio, l'innamoramento, l'oggi. E questo tipo di lusso, gratuito e che non inquina.
RispondiElimina@rossana: la scena del gelato era davvero deliziosa. E lo dico senza alcun vanto paterno, eh! :-))
l'altra mattina ero in ferie e i miei figli hanno goduto del "lusso" di essere accompagnati lla materna e al nido un'ora dopo rispetto al normale e io mi sono goduta il lusso di un caffè con qualche mamma amica prima di fare quello che dovevo fare. il tempo è proprio un lusso e certe volte "sprecarlo" in ufficio grida vendetta. ogni minuto è una ricchezza. non è risolutivo, ma io cerco di recuperare nel week end. complimenti per il blog! ciao clara
RispondiEliminaGià, il tempo è un lusso e spesso il week end è un concentrato esplosivo di una settimana da recuperare e cose da fare.
RispondiEliminaPoveri cuccioli con questi genitori senza tempo e senza serenità, per godere questi tempi lenti.
Bravo papi!
Ti ascolterò con curiosità al Mam.