giovedì 23 giugno 2011

Venti marini

Quali sono gli alisei che attraversano un bambino? I turbini che lo spingono a colpire in aria un mostro immaginario?
Nel ritmico cullare della risacca, l'uomo piccolo è in balia delle correnti: il suo carattere risente di come attorno si muove il "mondo".
Sembra chiuso in gesti suggeriti dagli strumenti di contenzione video-elettronici a cui spesso li abbandoniamo, pargoli dell'ipermodernità, e invece fiuta un qualche profumo che ha sentito solo lui.
Una sensibilità difficile da capire, per noi adulti fuori da quei refoli. Un alito leggero tra mare e anima.

mercoledì 15 giugno 2011

Una fuga semplice

Interlocutori i rapporti profe-uomo piccolo, ultimamente.
Sarà che lei, ogni tanto, non si risparmia in severità. Sarà che lui sta passando un periodo un po' minoritario nei confronti della donna grande e si sente trascurato o, al contrario, iper-osservato. Tanto che si lamenta spesso, a torto of course, che la colpa di qualsiasi cosa la diamo solo e sempre a lui.
Un film già visto, tra fratelli.
Però stasera doveva essere particolarmente fragile. Al sacrosanto rimprovero non ha detto pio.
Ha preso la porta di casa.
L'abbiamo trovato sulle scale che piangeva in silenzio, incastrato in una fuga che ormai non poteva più andare oltre ma che nemmeno poteva tornare indietro, per orgoglio.
Ma la cosa incredibile è quello che si era portato dietro per sopravvivere lontano da casa.
...
In tasca aveva spazzolino e dentifricio.

lunedì 13 giugno 2011

Off topic: la rete e il referendum

Ogni tanto anche i babbi scavallano e fanno cose che non dovrebbero fare.
Un intero post off topic, addirittura. Perché oggi parlo d'altro.

Qualche commentatore faceva notare che, a guardarlo su Fb, nei giorni scorsi, il referendum era ormai ad un quorum del 110%.
Sarcastico, il commentatore, ma neanche poi tanto. Perché aveva visto giusto, aveva visto una cosa che, in altri Paesi del mondo, era già successa e che qui da noi invece tardava ad accadere. Insomma, un'altra classifica nella quale solennemente accomodarci agli ultimi posti.
Ad esempio, era già accaduto in Spagna quando, all'indomani dell'attentato di Madrid, un passaparola fatto tutto di sms (almeno così racconta la "leggenda" ma, forse, anche la cronaca) ribaltò ogni sondaggio: Aznar, che aveva mentito di fronte al Paese, fu sconfitto. Al Governo andò Zapatero.
Non sto a ridire del Maghreb, dell'Egitto e degli altri Paesi dell'area: sappiamo tutti quando sia stato determinante il web.

Il risultato clamoroso del referendum è doppiamente, scusate il raddoppio, clamoroso. Perché avvenuto in un contesto occidentale avanzato, democratico, eppure in assenza di comunicazione e informazione. Ancora una volta, una fazione di oligarchi aveva deciso di mettere a tacere i Comitati Promotori, di nascondere sotto al tappeto la questione.
Il diktat era: "boicottare".
La vera grande campagna informativa è partita da un luogo completamente diverso dal solito. Non le televisioni, non i giornali, pochissimi partiti politici e, alcuni, anche solo all'ultimo minuto (riparliamo di questo, domani).
Ancora una volta, come accaduto in parte per la campagna elettorale delle amministrative, si è mobilitata la cittadinanza, la società civile, quella famosa "base" (comitati, associazioni, cittadini) che ha saputo portare la campagna referendaria dapprima nel tam-tam di internet poi a volare radente sui territori per tornare infine alla rete. Anche alla forma stessa della rete. Maglie, legami sempre più saldi e stretti.
A ben guardare, tra gli altri elementi, sulla rete internet ha funzionato il meccanismo del marketing virale. Ricordo la primissima comparsa dei vari loghi dei Comitati, il "vota sì", le faccine, le scritte, i widget. Nacque una etichetta immediatamente riconoscibile che ha saputo veicolare, all'inizio, l'attenzione e l'interesse verso quella campagna e, di seguito, una forma di immedesimazione: "il problema mi riguarda".
Non so dire quanta parte di chi ha votato lo abbia fatto essendo davvero e concretamente coinvolto, per consapevolezza reale, perché abbia seguito il pochissimo dibattito o si sia informato a fondo sui contenuti (quanti avranno letto davvero i quesiti?).
Quel che so è che la viralizzazione ha funzionato, ha raggiunto persone che non avrebbero ascoltato un dibattito tv, che non avrebbero letto decine di pagine di articoli o di libri (che invece, accanto al web, sono comparsi numerosi nelle librerie). Che grazie a quel contatto così "leggero e facile" ha preso coscienza di un problema e ha dato il suo parere, la sua opinione, Il suo segnale precisissimo.
Per correttezza confesso che sono stato (e forse un pochino lo sono ancora...) molto scettico sull'effettiva valenza di spazio propulsivo del cambiamento del web. Per tutta una serie di motivi che è inutile ripetere qui. L'ho sempre visto come un luogo di invasivo marketing, fatto per venderci qualcosa (e così mi pare sia andata, appunto, anche stavolta) e non come spazio critico.
Stavolta forse qualcosa, nella mia percezione e nella mia testa, cambierà.
Dopotutto, questo clamoroso risultato ha posto non la prima pietra ma il primo macigno.

giovedì 2 giugno 2011

Sponde

L'acqua era azzurra per davvero, immobile come una tavola. E scintillava, al sole.
La nostra battuta era sempre la stessa: "sembra che un gigante ci abbia versato l'olio".
Poi s'arrivava in spiaggia, si lasciavano borsone e vestiti all'ombrellone e ci s'incamminava verso la riva.
Lì, sul bagnasciuga, un paio di manate nell'acqua giusto per saggiarne la temperatura. Allora mio padre si voltava e diceva "torno subito", che in dialetto ha un suono un po' più arrotolato e antico. Un tuffo.
Cominciava a nuotare, verso il largo, fino a che non spariva alla vista.
Stava fuori almeno un'ora, qualche volta anche di più. Mia madre si preoccupava, dalla spiaggia, quando passava troppo tempo.
Poi, però, tornava sempre. Perché tutti i padri sono degli Ulisse in minore e tornano a riva. O dovrebbero.

Oggi, di festa, ho ripreso con la piscina. Erano mesi che non ci andavo, la schiena si stava incriccando. Così son ripartito, per disincagliarmi un poco. Acqua e cloro come uno spruzzo di svitol.
E mentre riprendevo con le mie bracciate da principiante assoluto, faticose e pesanti, mi è tornato in mente mio padre che se ne andava al largo, nuotando d'estate, veloce e leggero come un motoscafo.
Per un momento mi sono guardato, da terra, che lo guardavo sparire nello scintillio e ho capito che cercavo la memoria (e quel ruolo di Ulisse in minore ereditario) tra le sponde di una vasca.
Lo scintillio non era lo stesso ma il gesto antico sì.

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