Venerdì giornata a Torino, Fiera del Libro.
Ho passato il tempo a fare quello che si fa di solito in queste situazioni. Niente di rilevante.
Allora la mia attenzione, come al solito, è stata catturata da quei piccoli segni da entomologo. Ed ho seguito con lo sguardo.
Nello stand di un importante editore, ad un certo punto, ho individuato un'autrice che si pavoneggiava a metà tra l'undestatement e il condurre un paio di persone (dalla confidenza degli atteggiamenti doveva trattarsi di conoscenti) tra gli scaffali dello stand.
Un po' come se fosse a casa sua.
Qualche gesto di circostanza, molta presenza di sé.
Come se quella fosse la sua aria, il suo elemento naturale.
Eh, diamine.
Il problema è però che i suoi due libretti usciti presso il grande editore ipercólto (il secondo da pochissimi giorni) sono alquanto insipidi. Le sue storie, che vorrebbero essere leggiadre e leggere (ah, povero Calvino!), sono insipienti, inutili, veramente poco ma poco significative. E nemmeno un esercizio di stile.
Conosco entrambi i libri, li ho letti: se il primo, almeno, aveva una parvenza di ironia, il secondo è davvero insignificante.
Eppure ci si pavoneggia.
Eppure si gongola.
Eppure: ma volete mettere quanto è figo essere autori di Adelphi!?
io invece ieri ho "conosciuto" Stefania Bertola: quella sì che è leggerezza. di persona poi sembra una pippi calzelunghe adulta con gli occhi brillarelli.
RispondiEliminaBè, ma se nessuno la piglia per un'orecchia e le dice che è insipida...
RispondiEliminaLa colpa è anche nostra, no?
@MAQ: ah, c'eri anche tu venerdì?! io purtroppo ho corso come una trottola, ho fatto solo cose di lavoro...
RispondiElimina@LGO: sì, noi lettori avremmo un grosso potere (su Anobii). Nella realtà comandano i recensori spesso prezzolati, per cui...
Desian, ognuno si consola come può. Se za lei stare allo stand a fare la figa le risparmia di prendere una sega elettrica e massacrare il bonsai nel salotto, meglio, no?
RispondiEliminaTanto tu il prossimo libro non lo compri né il suo né dell'Adelphi.
Che cosa ti posso dire? Per quanto ne so, i percorsi che portano alla pubblicazione, anche per le case editrici che dovrebbero badare di più ai contenuti e alla qualità, non sono sempre lineari. E a volte essere un po' pavoni aiuta!
RispondiEliminaPosso versare qualche lacrima qui, desolata, sul tuo blog?
RispondiEliminaNon è sempre facile essere coscienti dei propri limiti e poi la tipa aveva dalla sua due romanzi, una casa editrice non proprio sconosciuta e recensioni probabilmente positive...e se il tutto non era supportato da vero talento, probabilmente aveva le spalle ben coperte. Diventa facile perdersi, almeno credo.
RispondiEliminaè impagabile !
RispondiEliminanon avete idea di che ambiente c'e' nelle case editrici.
RispondiEliminaE dopo questa, scusate, per stavolta sono anonima.
ciao.
io nn ho mica capito chi era questa autrice!!!!
RispondiEliminaanche noi ci siamo stati ieri alla mostra e siamo ancora frastornati anche se ci è piciuta tantissimo.
ma noi lettori abbiamo un potere immenso in mano: leggere, comprare, consigliare, regalare solo libri di qualità....il resto nn vale nemmeno come carta da riciclo...
@anonimo/a: so abbastanza bene qual è l'atmosfera delle case editrici: sono anni che ci son dentro (o meglio, fuori: guardo da un altro punto di osservazione)... il mio post era una nota proprio da entomologo, una osservazione soggettiva e neanche "scientifica": mi diverte molto cogliere comportamenti che mi aiutano a capire meglio le cose e il mondo dove vivo.
RispondiElimina@emily: eh tu chiedi proprio troppo, eh!!! :-)
RispondiEliminaposso solo dire che non si tratta di Virginia Wolf...
mannaggia, mi ci vorrà ancora un po', ma l'anno prossimo ci corro pure io...
RispondiEliminabeh, però è brava.Ieri hopreso il suo libro a una bancarella, che di pagare 13 euro un racconto lungo mi rifiuto, Adelphi o non Adelphi.
RispondiEliminaCiao
Zelda