martedì 28 aprile 2009

La perdóno?

Stamattina, come sempre, accompagno l'uomo piccolo a scuola.
Sull'uscio incontriamo il suo complice... oooppps il suo amichetto del cuore (ve lo ricordate, vero?) e immediatamente iniziano col tentativo di ribaltare l'edificio scolastico.
Tento il placcaggio (di entrambi i soggetti) subito in corridoio: ottengo solo che mi scivolino via dalle mani. Saponette umane.

Arrivo in classe, coi due che continuano a rincorrersi, mettendo in mezzo la donna grande e rischiando di buttarla giù ad ogni impatto. Aiuto l'uomo piccolo a togliersi il giubbino e rendersi presentabile al resto della classe. Intanto l'altro babbo se ne va, senza batter ciglio, tranquillissimo, mentre i due continuano le loro evoluzioni da stunt men. Ci sono io ed ha valutato che basto e avanzo. Sic!
A un certo punto, non capisco nemmeno quale sia stata l'evoluzione risolutiva, riesco a infilarli dentro la classe e mi avvicino come al solito all'insegnante di turno, per scambiare qualche impressione.

Ci guardiamo: dopo aver detto entrambi e contemporaneamente la medesima parolina magica, "valium?", e dopo aver ricevuto da parte dei pargoli presenti una valanga di "ma che sarebbe valium?!", decidiamo all'unisono che "no, forse non è il caso". Ripieghiamo sulla sana educazione e disciplina. Che, tradotta in soldoni, suona più o meno così: "certo che l'uomo piccolo ultimamente ha fatto tanti progressi nel comportamento, nell'introiezione delle regole e del loro rispetto, nel rispetto dell'autorità degli adulti... ma con la maestra di inglese e con quello di musica non c'è proprio niente da fare; sono entrambi disperati, lui non ne vuol sapere di obbedirgli".

Poi l'insegnante chiosa, accidenti.
"Certo, qua ci vorrebbe l'autorità della profe! Non questi babbi BBBUONIIIII", ammiccando all'infinito sulle i.
Ora io dico: e sono anni che tentiamo, noi babbi BBBUONIIIII, di affrancarci da quelle vecchie figure orchesche di babbi lontani ed autoritari. Sono anni che facciamo esercizi di emotività espressa e autorevolezza compressa. Secoli per togliere ragnatele da una recuperata figura di babbo presente e consapevole del ruolo. E guarda te, stamattina in mezzo minuto, m'hanno buttato giù tutto il castello.
Per fortuna che l'insegnante di turno stamane, E., è simpatica e in gamba e che i sentimenti di simpatia e stima mi sembrano reciproci. Perché sennò...

E allora, secondo voi, la perdóno?!

N-NO!!!
Si dia inizio al dibattito.

7 commenti:

  1. Do un colpo al cerchio e uno alla botte. Non credo serva un padre autoritario veccho stampo. Basta che entrambi i genitori lavorino insieme in modo amorevole ma fermo in modo da trasmettere un senso di rispetto verso l'autorità.
    Esiste anche però la scuola e i sistemi che usa per mantenere l'ordine e la disciplina. Alla scuola di Figlio-uno per esempio per porre fine istantanea alla ricreazione fanno una specie di gioco delle belle statuine. Quando l'insegnate suona il fischietto devono restare tutti rigorosamente immobili dove sono e nella posizione in cui sono (ai bambini questa cosa piace da impazzire e si divertono moltissimo), dopo alcuni secondi l'insegnate fischia due volte di seguito: è il segnale di mettersi in fila e rientrare in classe.
    Funziona. I bambini non sgarrano perché lo vivono come parte del gioco.
    E guarda che 'sti bambini inglesi di autorità paterna a casa ne vedono ben poca.

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  2. Secondo me sì, ti conviene perdonarla. Forse era solo una battuta venuta un po' male. Magari lei non ha un marito/fidanzato presente. E' anche un po' invidiosa. L'equilibrio fra autorità e autorevolezza e sempre difficile, Poi il risultato varia da bambino a bambino, a casa mia una è molto più figlia di androcchia dell'altra. Però la chiave di tutto è "l'amore e la voglia di ascoltare" e tu da quello che leggo nei post sei sulla buona strada. Penso alla foto "grasse risate" che vale molto di più di tante pippe pedagogiche. Sono dodici anni che ne scrivo su Insieme per guadagnarmi la pagnotta, perciò so più o meno cosa dico.

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  3. Perdona, perdona. Sennó come ce la dimostri la superiorità maschile del padre metrosexual?

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  4. perdonare. anche io propendo per considerarla una battuta. suvvia, non essere permaloso !!

    simo

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  5. beh, intanto grazie delle risposte: mi conforta trovare nel confronto idee e spunti che, naturalmente, non avevo trovato. oltre ai rimbrotti... :-))
    p.s. il post aveva un'intenzione molto autoironica, come sempre; si sarà capito?

    @rape': ecco, quello che mi piacerebbe vedere di più è proprio quello che tu dici: la regola (l'uso del fischietto) come parte del gioco invece che come metodo dell'autorità. possibilmente tenderei a quello: garantire credibilità e reciprocità di ascolto senza autoritarismi, neanche familiari.
    @extra: ok perdonerolla... grazie particolarmente per il tuo post, preciso e puntuale, anche se continuo a curare i miei dubbi come fossero creature sante e a interrogarmi giornalmente su cosa sto combinando coi due pargoli (la profe è molto più in gamba di me). Poi ho molto rispetto per il "guadagnarsi la pagnotta" per cui lo apprezzo due volte! ciao
    @ba: "Superiorità"?!?! "metrosexual"?!?!? ma che so', malattie infettive? ma sono gravi?!? e, soprattutto, SI GUARISCE?????
    @simo: chi? permaloso?!?!? Io????... ehm, no va be'... volevo esse' ironico e non ci sono riuscito? ;-))

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  6. Perdonarla si, ma cerca di cogliere un momento buono per una bella stoccatina sugli insegnanti (mica ti mancherà occasione?)... Che se anche E. è simpatica e in gamba un po' di sana critica ironico-costruttiva non potrà farle male... E falle notare che almeno i papà buoniiii si pongono dei dubbi mentre altri... se la danno a gambe?

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  7. grazie silvia, hai colto esattamente l'accaduto di quel mattino. Perfetta!

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