mercoledì 15 aprile 2009

Bentornati


San Marco l'abbiamo incrociata un pomeriggio, il caldo e l'umido della laguna a ricorrersi in un gioco opalescente di veli e fantasmagorie: sotto il sole, del campanile, non si vedeva la punta disciolta nella nebbia.
Non è semplice affrontare Venezia controvento, questa quinta teatrale, immaginifica e perfetta, appositamente costruita per ingannare, disperdere, ammaliare. Un alveare stracolmo dove le formichine operose (comprendendo nella definizione anche noi turisti) invece di procedere a 400 km orari, per fortuna vanno a due. La calca è melma.
Certo, se avessimo voluto la calma e la tranquillità, avremmo potuto scegliere, che so, Vigevano oppure Poggibonsi. Ma non sarebbe stata la stessa cosa.
E allora, irretiti dalle suggestioni di una vecchia guida scritta tanti anni fa da due amici e collaboratori di Hugo Pratt, abbiamo percorso altre strade, ci siamo nascosti negli angoli a abbiamo avuto fortuna: godendoci una strabiliante solitudine nei vicoli della sognante Giudecca; passeggiando lungo le osterie di Mazzorbo sul canale separato da un muretto di mattoni; bevendo succhi di frutta e spritz sul molo silenziosissimo dell'isola di San Giorgio; attraversando in lungo e in largo Castello dove, il giorno di pasqua, i gruppetti di turisti, noi compresi, si potevano contare sulle dita di due mani. E nemmeno tutte, le dita.
Alla fine, la calca peggiore l'abbiamo avuta a Torcello, in fondo a 40 minuti di vaporetto, ma solo perché essendoci quell'unico sentiero da percorrere, vederlo percorso in fila indiana, come una processione un po' fessa, da tutti i passeggeri della nave, ci ha fatto davvero una certa impressione.

Insomma, è stata la nostra gita, sono stati i nostri giorni di svago e leggerezza, di risate grasse. Anche di stanchezze lagnose e momenti di cedimento e noia per i pargoli (per qualche tempo, non pronunceremo più la parola museo di fronte alla donna grande: potrebbe morderci); però pure di grandi curiosità e divertimento: sono ormai due giorni che vediamo solo disegni di gondole, motoscafi, vaporetti, persino gommoni.

Facendo il punto con la profe, abbiamo anche realizzato che in effetti è stata la prima vera vacanza dell'intimità familiare, solo noi quattro senza paracadute: senza amici per i pargoli coi quali condividere i giochi, senza filtro allo strapotere un po' autoritario dei genitori, senza pause durante la giornata ma una full immersion 24 ore su 24 lontano dalle abitudini di casa.
E certo su questo argomento, dello strapotere autoritario, avremmo forse potuto dimostrare più elasticità invece di essere i soliti esigentissimi spaccamaroni, sempre pronti al rimbrotto e al richiamo all'ordine e a comportamenti educati e rispettosi. Insomma, chiediamo molto, spesso consapevoli di quello che vorremmo ma forse troppo esigenti nei confronti di due pargoli che hanno bisogno anche loro di ritmi rilassati, di regole meno ferree, di svago totale.
Ecco, qui discutiamo, a volte, sul cosa sarebbe meglio: se lasciare che l'uomo piccolo usi la sua voce come un machete anche in vacanza (facendosi sentire a km di distanza...) oppure che impari a parlare umanamente anche lontano da casa e dalle regole primarie; se comprendere che la donna grande possa qualche volta mollare il suo ipercontrollo caratteriale e lasciarsi andare al cazzeggio più puro e demenziale.
Due scuole di pensiero a confronto, tra desian e la profe, anche in gita, anche in vacanza.
E per ulteriori test, saremmo pronti a ripartire di nuovo. Anche domattina...
Bentornati alla realtà.

4 commenti:

  1. Bentornati.
    Mi ritrovo in quelle regole ferree. Mi chiamano Rottermaier.
    A volte non mi piaccio, preferirei vedermi capace di lasciarli essere più bambini anche in mezzo alla gente. Invece non lascio correre nulla.
    Voglio almeno sperare che diventeranno uomini rispettosi.
    Silvia

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  2. Bentornati :))
    Le regole...eh, ci si prova. Ogni tanto però bisogna offrire uno sfogo ;)
    Anche a noi adulti serve.

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  3. Ampia sosetenitrice delle "altre strade" e delle "regole non regole" eccomi qua per la prima volta sul tuo blog. Complimenti per la descrizione di Venezia e per il blog assolutamente interessantissimo.
    Un'altra fiorentina.

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  4. @silvia anch'io m'interrogo molto sulle regole o il lasciar correre: e se tutto questo volerli rispettosi e "obbedienti" non fosse più una virtù? E se questa voglia di regole fosse lo specchio delle nostre insicurezze? e se, e se... Per fortuna esistono le domande, almeno cerchiamo le nostre risposte, giuste o "sbagliate" ma nostre. ciao
    @LGO regole e sfoghi, il giusto equilibrio: conosci qualcosa di più difficile?! ;-))
    @mammagiramondo benvenuta e grazie per tutti quei complimenti... il tuo sì che è un sito pieno di cose: ci vuole tanta energia, anche solo per leggerlo. Non lo perderò di vista, l'ho già messo nel mio blogroll. La visita a Palazzo Vecchio i nostri l'hanno fatta con la materna: io insistetti tanto per essere della partita ma le educatrici non mi vollero. Mah.

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