giovedì 2 aprile 2009

Pubblicità regresso

Ognuno ci ha le sue contraddizioni.
La mia è piuttosto notevole: per uno che di mestiere fa il commerciale, il marketing dovrebbe essere pane quotidiano, aderenza alla realtà, legge. Io no: è uno strumento che uso con difficoltà, mi impaccia più di quanto mi risolva.
Sarà che non mi rappresenta, è anzi molto lontano da me e dai miei pensieri. Insomma non lo amo.

In questo caso, mi piace ancora meno: qualche giorno fa è comparso sui muri di Firenze un bel mega-manifesto pubblicitario. Di quelli di grande formato e grande impatto. Un ottico.
Nessun pericolo, si direbbe, un ottico! Al massimo ci vende gli occhiali: due grandi occhioni azzurri di una modella posson bastare.
Bene.

Mi dispiace davvero da morire ma non sono riuscito a fotografarlo, quel manifesto. L'avrei schiaffato volentieri qui sopra, per farvelo vedere: quando mi ero deciso, non c'era più! Non sostituito dal mega-manifesto nuovo che si sovrappone a quello sotto.
No.
Coperto da fogli bianchi. Oscurato, letteralmente.

Oh cosa diavolo c'era, su quel manifesto, per censurarlo?!
Ma naturalmente: il mega-faccione di una modella belloccia, occhi da sballo che calzano leggerissimi occhiali.
Di lato.
Perché poi, a tutto campo, c'era il testo, il messaggio, la comunicazione.
L'intelligenza creativa.

Il testo diceva così, a caratteri mega-cubitali: “FIDATI... TE LA DO GRATIS”.

E per fortuna che sono spiritoso ché la profe m'ha battuto sul tempo: “ma via, è pubblicità ingannevole... non la danno mica”!

Ora... capisco... dietro un tale capolavoro di inventiva zen ci dovrà essere un copy, un'agenzia pubblicitaria, una qualche mente sopraffina (individuale o collettiva) che abbia potuto partorire L'IDEA. Qualcuno che abbia studiato le tecniche più moderne della comunicazione. Un laureato. Uno con un master chissàdove.
A me, sinceramente, piacerebbe averlo davanti. Anche per pochissimi minuti. Basterebbero.



Ah, dimenticavo!: in piccolo, nell'angolo in basso a destra, tutto era chiarito. C'era scritto, a caratteri mooolto più piccoli, con umiltà e discrezione: “LA MONTATURA”.
Insomma il messaggio era chiaro, bastava stare un po' attenti, smettere di pensar male, cogliere l'ironia cameratesca... no?

Insomma, se questo è il contesto, alcune mie contraddizioni me le tengo. E, anzi, le coltivo anche.



Non ci credevate, eh?!

6 commenti:

  1. La pubblicità la sopporto poco, ma quando è di cattivo gusto, quando manca di etica e quando è sciovinista mi fa letteralmente infuriare. A me basterebbero pochi secondi con la mente geniale che l'ha pensata.

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  2. Il problema della mancanza di etica ormai è talmente diffuso in ogni settore che mi pare onestamente inarrestabile. Non c'è limite alla bassezza di certi messaggi o certi comportamenti (pubblicità, programmi televisivi, politica, finanza, etcc.). Onestamente mi piacerebbe credere che laddove non può arrivare l'istituzione, possiamo essere noi end-user a determinare, volendo, l'interruzione di certi situazioni.
    In questo caso specifico, qualora il fatturato dell'ottico dopo la pubblicazione del messaggio pubblicitario dovesse salire, non sarebbe solo il genio "masterizzato" a dover essere chiuso in una stanza, ma anche chi decide di comprare "la montatura" in quel negozio proprio grazie a quel messaggio.

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  3. Non credo che la "mente creativa" in questione avesse un master o un curriculum stellare, certe piccole agenzie locali vivono di questa roba di bassa lega e magari sfruttano ragazzini, comunque la responsabilità finale del buon gusto è del cliente (l'ottico) che ha approvato l'annuncio, non (solo) di chi glie l'ha proposto...no?

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  4. @rape' condivido in pieno!!!

    @daddy credo che tali messaggi siano lo specchio della società a cui si rivolgono: probabilmente alcune categorie di consumatori lo troveranno "spiritoso" (lo dico perché ho già trovato questo tipo di approccio a questa precisa pubblicità su un altro blog... sic!)

    @flavia penso anch'io che non sia una mente particolarmente creativa nè "masterizzato": volevo metterci un tono ironico che, mi rendo conto, messo per iscritto rischia di andare perduto. cmq la campagna pubblicitaria non è soltanto locale ma nazionale, comparsa identica sui muri di altre città e il dibattito (e lo sdegno, grazie al cielo!!!) è esploso su altri blog. te ne segnalo alcuni:

    http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2009/03/27/fidati-te-la-do-gratis-update

    http://danilopontone.spaces.live.com/blog/cns!4188B076C6926BA7!11205.entry?wa=wsignin1.0&sa=468211190

    http://www.pamelaferrara.com/te-la-do-gratis-pubblicita-0327.html

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  5. E se devo proprio dire, non è neanche originale. La battuta l'avevo già vista su manifesti pubblicitari che giravano qualche anni fa. Squallida. Ma che ti aspetti in un paese in cui si ride della pseudo satira di certe trasmissioni, tutte allusioni e battutine ammiccanti, tra le tette di qualche velina? Il livello è quello, no?
    Non che la cosa mi faccia sentire meglio...

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  6. Ma perchè sono costantemente ignorati 4 principi fondamentali che dovrebbero orientare tutti i comportamenti umani, sociali e privati? Buon senso, buon gusto, educazione e gentilezza...
    Concordo con Flavia immaginando un'agenzia un po' sgangherata e "casareccia", però mi ricordo che qualche anno fa uscì una campagna per delle patatine fritte, con concetti (concetti?) più o meno simili, che giocava sul doppio senso della materia prima del prodotto. E quella era una campagna nazionale, che andò anche sulle riviste, con testimonial pseudo-vip e nessuno la censurò!
    E vabbè...

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