lunedì 30 marzo 2009

Buona visione

In tutte 'ste vicende di blog, del mio e anche di quelli che frequento, parentali, mi pare d'aver capito che succede spesso, raccontando ognuno i propri bambini, di voler dare un senso, una sorta di interpretazione, qualche volta persino lasciamo intendere una qualche "morale della favola".
Ieri siamo stati a vedere Ponyo sulla scogliera, lo splendido fantasmagorico film di Miyazaki ed è successa una cosa che non era mai capitata davanti ad un film. Eh sì che ne abbiamo visti parecchi, fino ad oggi.
Certo, Ponyo è un cartone abbastanza complesso, soprattutto per un uomo piccolo di cinque anni e mezzo, fatto sta che il primo quarto d'ora è stato un fuoco di fila continuo di domande e richieste su tutto ciò che accadeva sullo schermo: spiegazioni, dubbi, timori e tremori, "che succede?". Un quarto d'ora così intenso non ci era proprio mai capitato...
Ho fatto quel che potevo.
Man mano che la vicenda avanzava si sono messi più tranquilli, in serena adorazione di un film visivamente strabordante. Poi però la girandola di emozioni è continuata: la vicenda di un pesciolino che vuol diventare bambino in carne ed ossa sprigiona l'empatia di chiunque, anche degli adulti.
Insomma, al clou di una scena determinante, nel silenzio assoluto della sala, l'uomo piccolo non regge e grida "Ponyo, svegliati!!!": da quel risveglio sarebbe dipesa la sua trasformazione definitiva e lui proprio non ce l'ha fatta ad attendere quei due secondi in più, necessari a che il "miracolo" del risveglio si compisse da sé, senza stimolazioni sonore dalla platea.
Il gran finale è stato tutto appannaggio della donna grande: cuore tenerissimo non ha retto ed ha cominciato a piangere disperata già nel sottofinale per poi placarsi un po' e crollare definitivamente sui titoli di coda. Grande empatia, grandi sentimenti di immedesimazione, grandi singhiozzi.
Ecco, di sicuro il mio racconto è un po' banale; di sicuro ieri, mentre tutto accadeva, mi rendevo conto di star vivendo un gran dono: ciò che proviamo, nel profondo ci appartiene. Ciò che proviamo è lecito e giusto. Sempre.

3 commenti:

  1. Sarà anche banale (cos'è la banalità?), ma io mi sono emozionata.
    Lo stupore e l'emozione che sprigionano i bambini è insuperabile. Perchè non ha paraventi, filtri, preconcetti e impalcature.
    E' un'emozione bambina, ma tanto esemplare.
    Silvia

    RispondiElimina
  2. Anche noi lo abbiamo visto...e anche noi..ehm ,sopratutto io, ci siamo emozionati!
    Bello bello bello...Un grande registra che ha creato questo film tutto con matita,come un tempo!Lontano da forme tecnologiche..

    Giulia

    RispondiElimina
  3. credo che la conclusione sia magistrale.
    ciò che proviamo ci appartiene, è lecito e non va giustificato.
    ed è in questo che ci si avvicina agli altri, la mia emozione unica irripetibile, non sempre raccontabile, mi permette però di incontrare la tua.
    grazie ...

    RispondiElimina

Link Within

Related Posts with Thumbnails