Stamattina ho pensato: dovrei parlare delle ultime performance del Vaticano, sul blog.
Poi: la donna grande, ligerrima, si è catapultata giù dal letto mentre l'uomo piccolo, come ogni mattina, venti minuti di filastrocche-del-buon-risveglio e alla fine apre gli occhi girato di scatole. Colazione-abluzioni-vestizioni e tutti, la profe era già uscita da 'mpezzo, giù per il tubo delle scale. Marciapiede, attraversamento pedonale (primo e secondo), marciapiede. Scuola.
Allora ho pensato: sì, dovrei proprio scrivere qualcosa sul Vaticano.
Intanto salgo in auto, attraverso mezza città, fermandomi lungo il percorso per il pane. Per il giornale. Semafori quanti ne volete. Arrivo in ufficio.
Pensando: eh sì, accipicchia (bé, non son stato proprio letterale), due paroline sul Vaticano. Le dovrei proprio postare, le dovrei.
Accendo il pc, mi infilo nella vpn ed ecco arrivare le solite innumerevoli mail (che le scrivano tutti di notte?!), il controllo dei report, oops mi scappa una telefonata... anzi no, due. Caricamento dei dati, trasmissione alla sede, ricezione della conferma.
E lì che ri-penso: un bel commento, caustico ed intelligente. Comme il faut.
Compare il collega, tutto-di-seguito: “che si va a pranzo, si va a pranzo, sono di fretta sennò poi dopo non ce la faccio, ho un appuntamento prestissimo!!!”. Ok, andiamo: alle 12.30 sono seduto a tavola come un allievo della scuola materna. Mangio il solito schifo: ma perché i posti dove si pranza al lavoro sono sempre mefitici?! Vaticano anche qui?!
Post-digerisco e non penso, soffro.
Rientro in ufficio, finisco veloce, stacco tutto. Oggi, pomeriggio per conto di babbo natale. Vado al super per cercare quel che devo cercare e... non c'è. Allora vado all'iper e... non c'é. E al mega? Neanche lì. Vado nell'ordine: giocattolaio fornitissimo ma dozzinale, non c'è; giocattolaio figheiro e CARTIERissimo del centro storico, non c'è; giocattolaio alternativo-vuoi-mettere-come-siamo-meglio-noi... e non c'è neppure lì. Accidenti al Vat... mi fermo in tempo, fiuu.
Aaah, finalmente l'ora: escono di scuola. La donna grande ha un ospite per il meriggio, raccattali entrambi e vai a prendere l'uomo piccolo. Terzetto completo, via verso casa: marciapiede, ecc, lo sapete già.
Rientro in casa: certo quel blog oggi, proprio senza neanche un po' di Vaticano.
Mentre sulla città scendono le prime ombre della sera, l'uomo piccolo va dall'osteopata (si tratta bene lui), lo incarto, usciamo di nuovo, lo piazzo sul seggiolino. Via! Un minuto, due minuti, tre minuti: “babbo, babbo, ti piace il mio nuovo dra... ronf ronf ronf”. La marmotta è caduta istantaneamente in letargo. Arrivo a destinazione, me lo carico, letteralmente, sulle spalle, chiudo le portiere con l'alluce (sinistro), schiaccio il telecomando col naso, suono il campanello a voce “c'è nessunoooo?!?!”. Entro, lo adagio sul lettino, l'osteopata nemmeno lo scarta, comincia la manipolazione: l'effetto, vi assicuro per esperienza diretta, è come la jacuzzi e senza nemmeno bisogno di bagnarsi. Un'oretta di relax per il babbo: c'era qualcosa che oggi mi frullava per il capo ma ora... mi sfugge. Chissà cos'era, mah!
Seduta finita, parcella pagata, ricevuta fiscale (onestissimo sempre!) ritirata, pacchetto ripigliato. Riapertura, telecomando, seggiolino. La marmotta continua a ronfare.
Di nuovo casa, definitivo per oggi. Via le scarpe. Bacio alla profe: "umore?". Cena. Postcena. Eppure pensavo qualcosa. Abluzioni, pigiama, letto. “Babbooo mi fai una coccola?”, eppure.
Pensavo.
“Vabbene, vengo. Ci mettiamo nel tuo lettino, però”.
Pens... ronf, ronf, ronf.
Sono miseramente crollato pensando che stavo pensando al mio blog ma poi non sapevo più perché.
E non c'è mica bisogno di nulla: l'ideologia del Vaticano si commenta tutta da sé!!!
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