Le feste in famiglia hanno lo strano potere di riportare alla luce episodi esilaranti ormai parcheggiati laggiù nel fondo delle memorie comuni.
Il meccanismo è sempre identico: qualcuno parte ricordando "quella volta che" oppure ricordando una particolare persona che, all'epoca, frequentava la casa e poi ognuno aggiunge un particolare o un brano della storia. E quella, magicamente, si ricompone. Sotto gli occhi di tutti.
E' andata così anche oggi.
Siamo tornati addietro ai tempi della 1° elementare di desian quando, nei primi tre mesi di scuola, si avvicendarono ben 7 maestre diverse. Ripeto il numero: sette!
Le mamme della classe, giustamente invelenite (altro che marystar!!!), organizzarono una memorabile protesta, con tanto di sit-in e sciopero: non portavano i pargoli a scuola.
Scandalo cittadino! Tanto che alcune mamme, giusto per far loro un po' di paura e farle tornare nei binari del gregge silenzioso, furono persino convocate dai carabinieri, in caserma.
La minaccia però non fu sufficiente. Le mamme degeneri non pensarono neppure un momento a smettere la loro protesta. Anzi continuarono a sostenere che la scuola era un diritto dei loro bambini e che volevano, insomma!, un insegnante di ruolo che portasse avanti definitivamente l'anno scolastico.
Qualche gran cervello pensò allora di passare a qualcosa di più convincente: una bella visita a casa dell'assistente sociale. Giusto per far capire cosa poteva capitare...
Così, anche a casa di desian, di lì a poco il campanello squillò inatteso.
Volle il caso che, proprio quel giorno, come spesso accadeva, fosse lì con noi una carissima amica di famiglia che, come tutti quelli che la conoscevano, chiamavamo affettuosamente Tata: in effetti la signora di mestiere era governante/bambinaia (come si diceva allora) presso una ricca famiglia della città ed era uscita di casa nel suo grembiule d'ordinanza.
Quando l'assistente sociale, un po' bruscamente ricordo, fece per entrare in casa, la Tata, donna imponente energica e sagace (vero physique-du-rôle), capì al volo la situazione e fu fantastica. Immediatamente si installò nel suo personaggio, si mise in collo il mio fratello più piccolo e con fare deciso prese in mano le operazioni: "forza, L, tutti a tavola, i bambini devono mangiare e il pranzo è prontooo!" e poi rivolgendosi all'assistente sociale, con aria angelica "e lei, signora, cosa desidera?".
La poveraccia non potè che rimanere interdetta: mai si sarebbe aspettata di trovarsi a disturbare una famiglia (e la sua governante...) durante l'ora del pranzo.
Prese la porta e, naturalmente, nessuno di noi la rivide mai più.
Ora ditemi se queste feste, pur con tre chili in più addosso (tutti presi in 4 giorni), non siano state fantastiche per le fonti storiche...
Io la tata l'ho sempre avuta, meglio di una mamma. Anzi, una vera mamma, molto più dolce della mia...
RispondiEliminaSì, i ricordi. Anche noi ne abbiamo tirati fuori parecchi negli ultimi tre giorni...
Buon natale passato, per fortuna (aggiungo io)...
me la mandi sta tata, per un po'? ma non per i bambini, per me!
RispondiEliminache poi, queste parole che ti appaiono e che devi digitare per deciderle ti leggono nel pensiero?
RispondiEliminaa me è venuto "crollo"