Per mestiere, frequento librerie. Che vuol dire, oltre al lavoro per cui mi pagano, poter fare delle riflessioni su quella strana questione della trasmissione delle idee per via cartacea. E negli ultimi tempi mi capita di farne di un certo tipo.
L'ultima libreria che ho visitato è nuova, aperta appena da un paio di settimane eppure quello che si vede è già qualcosa di interessante. Per chiarezza preciso che la medesima è libreria di catena, di una catena giovane (ancora pochi negozi) ma decisamente importante.
Quel che si vede, in queste librerie tutte-un-po'-standard, sono queste idee completamente smunte, tutte appiattite in un angolo, tristi solitarie y final, che stanno lì e ti guardano ma non hanno fiato per chiamarti. Si vede anche che il luogo, di per sé bello luminoso accogliente, è pensato altrove, di fronte ad un videoterminale dove un videoperatore videodecide, in base a virtualissime statistiche, cosa ci va messo e cosa no. E manca l'esperienza umana, di chi ci lavora (spesso formazione zero o poca) ma anche di chi sarebbe in grado di decidere meglio cosa ci va e cosa no, senza videoterminale.
Il lettore, ops il cliente, che lì arriva non trova, inciampa. Non vede, occhieggia. Non capisce e si annoia. Una merce, ché di questo si tratta, dovrebbe almeno adescarti, farsi desiderare, concupirti: invece la luce troppo forte riflette sulla copertina troppo lucida e tu esci abbagliato. E basta.
Per mestiere, frequento librerie ma le ho sempre frequentate anche per piacere: non sono un buon cliente, sono selettivo e snob, scelgo. Quindi non faccio testo. Resta la medesima sensazione, di posti ormai sempre più asettici, sempre più uguali uno all'altro. E più uguali sono e più sono irriconoscibili.
Per una volta andateci, in questi posti seriali, e cercate un percorso, fatevi un'idea di cammino tra gli scaffali e la carta polverosa oppure trovate un libraio che sappia parlarvi con passione di Jean-Claude Izzo, per esempio: se lo trovate ditemi come avete fatto. Io non so più trovarlo, eppure ci vado ogni giorno...
propongo la libreria Muratori in centro a Modena. Il titolare è affascinante e il retrobottega ancora di più. Un magazzino cunicolo in cui c'è l'improbabile. Lui ti accompagna e spiega e tu stai bene.
RispondiEliminaLuisa
...e infatti non è una libreria di catena!
RispondiEliminaDunque capisco che voi dire.
RispondiEliminaIo pure sono indispettita da codesta logica catenilla.
Però al contempo da Fertrinelli ce sguazzo.
Poi lo tradisco con le librerie dell'usato - grandisisma mia passione.