Mi è capitato spesso di parlare con babbi più grandi di me, diciamo over 50.
Mi è capitato quasi sempre di ascoltare come il loro più grande cruccio sia quello di non aver dedicato abbastanza tempo ai loro figli. Quando quelli erano piccoli. Quando forse ci sarebbe stato (molto) bisogno di loro, per crescerli.
Se non un vero e proprio senso di colpa, almeno un rimpianto.
L'idea concreta e certa di un tempo perduto. Per sé, per i figli.
L'altro giorno, invece, durante una festa ai centri estivi, mi è capitato accanto un babbo. La mia età. Squilla il cellulare, suo.
Risponde, il babbo coetaneo, e risponde contromano: "No, scusa ma ora sono impegnato con la mia bambina. Ti richiamo dopo".
Il cellulare è tornato nella tasca (era una telefonata di lavoro?...), il babbo è tornato a cantare e battere le mani a ritmo (eh sì, eravamo al momento della canzoncina).
Finalmente una trasparenza: il telefono può aspettare, c'è mia figlia qui.
Ho ripensato a quella telefonata, ho sentito quella nuova responsabilità che probabilmente i babbi over 50 non hanno avuto il coraggio di cogliere. Ho apprezzato, anche per me che faccio difficoltà a mescolare lavoro e vita, la trasparenza: "sono impegnato con mia figlia"; la mia vita è questa qui.
Anche.
O soprattutto.
Non so che babbi siamo e come potremo essere giudicati dai nostri pargoli domani. Poi ragazzini e quindi adolescenti. E poi.
Intanto, mi pare, abbiamo preso coraggio: oggi abbiamo preso a camminare contromano.
Capitò anche a me 9 anni fa. Io ero agli inizi e mi trovavo in una riunione di lavoro. Uno dei responsabili stava discutendo quando è squillato il cellulare, era la figlia e gli doveva raccontare qualcosa. Lui con molta tranquillità ha interrotto la riunione e ascoltato la figlia che gli chiedeva consiglio su qualcosa. Mi aveva molto colpito.
RispondiEliminaMi piacciono questi nuovi padri.
Meraviglioso, come sempre...
RispondiEliminaPer fortuna Nex è contromano anche lui, e sono certa che questo sia un bene per Dafne, ma anche per me e per lui. Stiamo proprio crescendo insieme, e anche se lei ricorderà ben poco di questi primi anni di vita, dentro di sè forse manterrà la forza di quest'unione che stiamo alimentando.
Qualunque sia il giudizio che secondo i miei figli meriterò come padre, mi piacerebbe che ricordassero il tempo passato insieme, la mia voglia di trascorrere con loro i momenti di tranquillità e quelli strappati al lavoro, il tentativo di vivere con loro il più possibile.
RispondiEliminaIo sicuramente ricorderò anche i momenti in cui avrei voluto essere presente senza riuscirci.
E, se li ricorderanno anche loro, spero nella loro comprensione o almeno in un po' di indulgenza.
Giusto così.
Non so se questo faccia di me un papà che cammina contromano, ma credo che non mi sentirei a mio agio comportandomi diversamente.
Finalmente inizia a non esserci nulla di male nel fare i papà, farli davvero!
RispondiEliminaAnche il mio ragazzo, che è giovane (25 anni), è così col nostro bimbo.
Secondo me non è solo la donna che si sta emancipando, ma con noi anche voi uomini, che siete sempre più liberi di fare i papà!
Un grande traguardo, infinite occasioni di arricchimento personale!
che bel post desian!
RispondiEliminaqui non c'è solo un nuovo approccio alla paternità nel nucleo familiare tra le mura domestiche, ma addirittura una consapevolezza che si riesce ad esternare anche col resto del mondo. penso sia questo il vero scatto in avanti.
certo la strada diventa più lunga e difficile, ma senza paura non c'è coraggio !
RispondiElimina@renata: credo anch'io sia fondamentale imparare ad occuparci della nostra vita: il lavoro, la carriera... e poi il resto!? Mi ha sempre colpito guardare negli occhi quei babbi over 50 e vedere il velo di malinconia nello sguardo quando mi parlavano del tempo perduto senza i loro figli. Ecco, io quel velo lo vorrei stracciare... Speriamo di riuscire. :-)
RispondiElimina@mammafelice: bello come lo dici. E anche se la vostra piccola non ricorderà molto dei primissimi anni di vita, il costruire una salda unione genitoriale (imparando a superare le difficoltà e i momenti no... che sempre ci sono - noi li abbiamo avuti) serve assolutamente per il prosieguo... ciao!
RispondiElimina@do minore: beh, contromano rispetto a come sono andati i babbi fino a pochi anni fa quando certo erano meno presenti. E magari non era neanche "cattiva" coscienza, era proprio che essere padre poteva essere difficile, faticoso... controcorrente.
RispondiElimina@fiordaliso: l'emancipazione paterna è sacrosanta, dopo quella femminile/femminista, ed è una conquista da rivendicare, per il ruolo. Personalmente, con tanta fatica e tanti errori nel conquistarla quotidianamente, ci tengo molto... :-)
@caia: beh, comunicarla fuori serve soprattutto a condividerla e le conversazioni babbesche sui blog (siamo solo all'inizio...) aiutano lo scambio: speriamo di essere sempre più presenti, come padri blogger!
RispondiElimina@giardigno: viva la paura, se ci sprona!!! no? ;-)
buoni esempi come questo servono piu' di mille leggi e di mille conferenze!
RispondiElimina@laura.ddd: dai, non esageriamo!!!!!!!!! :-))
RispondiEliminaPurtroppo, tra le altre cose, quel che rende più difficile il vostro percorso sono le ancora troppe mamme "gelose" che non vi permettono di affiancarle nel ruolo...Vedo io, da queste parti, come guardano strano il mio napo che orgogliosissimo si prende il tempo per dedicarsi alla bimba grande (per ora soprattutto per lei)... è uno dei pochissimi papà che accompagna e va a prendere la bimba al nido (e non vi rinuncerebbe per nulla al mondo) e già questo solleva chiacchiere...
RispondiEliminami era sfuggito questo post...ero presa a godermi la vacanza con i miei figli :)))
RispondiEliminaBravo Desian! Così ci piacete voi babbi ;)