giovedì 28 luglio 2011

Tempi (ultra)moderni

Ci sono momenti, passaggi e giorni da ricordare.
Ci sono compleanni speciali, primi giorni di scuola, prove da superare e battesimi del fuoco.
C'è da abbandonare il ciuccio, dire addio all'orsacchiotto (o al "bauetto": ognuno ha i suoi di oggetti transizionali e, soprattutto, li nomina come meglio crede...), mettere l'apparecchio ai denti (e poi portarlo, ogni santo giorno. E ogni notte, pure).
Imparare ad andare in bici, cascare la prima volta coi pattini, arrivare decentemente a nuotare.
Ci sono tempi che non tornano e ci saranno occasioni non ancora colte.
Ma soprattutto.
Soprattutto può capitarvi una sera d'estate, trovare l'uomo piccolo disteso sul letto con le gambe mollemente accavallate. L'auricolare del lettore mp3 in un orecchio, ad ascoltare Litfiba, e un giochino sul cellulare. Con un'espressione serissima stampata in volto.
"Uomo piccolo, ti piace questa musica?".
"Sì, babbo, mi piace tantissimo!".
Tutto ciò contemporaneamente.

Ecco.
Questo vuol dire che abbiamo proprio cambiato epoca.
Ad otto anni non ancora compiuti.

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