lunedì 12 luglio 2010

Ping pong

L'uomo piccolo, al telefono.
Dal mare.
- Babbo, babbo, stiamo giocando a ping pong. Però senza rete...
- E come fate?!
- Eh, abbiamo cominciato che la pallina rotolava. Poi abbiamo fatto qualche saltello piccolo. Ancora non siamo arrivati ai saltelli grandi da professionisti. Ora stiamo provando altri saltelli. Ah!, non ti offendere ma stiamo giocando con le tue racchette, di quando eri piccolo.
- Mmmh, ho capito e vi divertite? Stai imparando?
- Sì. Vabbè resta al telefono, devo andare di là a giocare. Ti saluto.

Ti saluto?!
Una volta si diceva "ciao babbo, mi manchi tanto, quando torni"?
Adesso "ti saluto".
Ho capito, passami la mamma, penso.

Ti saluto...
Ti saluto a chi?!

3 commenti:

  1. bè aveva molto da fare e poi fino ad una certa età parlare al telefono è davvero una noia, l'importante è ciò che succede qui ed ora, non a distanza, poi improvvisamente il telefono diventa imprescindibile, fino ad allora ai genitori non si sa cosa raccontare, poi ai genitori non si sa più cosa raccontare. PAT PAT Coraggio

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  2. a volte l'indipendenza fa male...

    oggi è pure l'anniversario della bastiglia !

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  3. @amanda: hai perfettamente ragione sul raccontare (o non raccontare ai genitori). A questo si aggiunge anche una certa idiosincrasia mia personale verso il mezzo di comunicazione "telefono". Idiosincrasia (e arretratezza) passate ai miei pargoli che sono ancora molto indietro nel rapporto con la tecnologia... Ah, grazie dell'incoraggiamento! :-)

    @giardigno: buon anniversario, allora! E poi è vero: a volte troppa indipendenza fa male... soprattutto agli altri!

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