lunedì 8 febbraio 2010

Gli accessori del babbo (13): la punizione

Napoli, stadio San Paolo. La folla è immobile e trattiene il respiro mentre il numero 10 mette giù la palla.
La rincorsa è corta, tonda, morbida.
La palla parte e va.



E l'urlo esplode!...
...zap...
Off.
Nero.

Non capisco molto di pallone e infatti la punizione che intendevo io non era quella.
La punizione che intendo io, anche se ha un modo simile all'altra di fendere l'aria, racconta un mondo diverso, emozioni e sentimenti che proprio non potevano combaciare. Una serata storta, un comportamento che non va, bizze solo per farne, senza motivo.
Qualcosa del genere.

Per la precisione: il momento esatto in cui l'arbitro fischia e interrompe il fluire della partita perché si è accorto che qualcosa non va.
E lo deve far notare. E' il suo mestiere.
Questo intendo: non solo il calcio di punizione che sanziona la scorrettezza e dal quale può scaturire una nuova azione. Il proseguimento del gioco, no.
A me interessa proprio l'attimo del fischio, quando cioè il padre finalmente prende corpo ed entra in gioco (ah, per quanti anni, in molte famiglie, tutta 'sta roba era di competenza femminile!...) e si rende conto di quanto sia importante fischiare.
Quanto sia importante spiegare quale fosse l'irregolarità.
Quanto sia fondamentale applicare alla lettera il regolamento e comminare la punizione.

Ultimamente la strategia è proprio questa: premi ed incentivi per i comportamenti virtuosi, fermezza assoluta nell'applicare la pena per i comportamenti sbagliati (niente tv oppure niente computer oppure tutti e due).
Insomma trovare una strada e percorrerla, senza isteria, soltanto con fermezza.
Beh, funziona.
Sta funzionando, soprattutto nell'uomo piccolo che ha trovato il giusto solido contenimento alla sua fortissima insofferenza per le regole. E una tranquillità emotiva che prima non aveva.
L'idea di una privazione (seppur minima e momentanea) gli ha chiarito il senso del perché bisogna rispondere delle proprie azioni: "se faccio qualcosa di sbagliato, la reazione opposta e contraria causa una precisa conseguenza".
Tangibile, misurabile, certa.
Il mondo si fa un pochino più preciso.

L'arbitro sta imparando a gestire la partita. Il numero 10 mette giù la palla.
Misura a brevi passi la distanza che lo separa dalla giusta rincorsa.
Poi... calcia.
E la traiettoria è morbida e serena.
Tonda.
Gol.

8 commenti:

  1. Sono processi importanti, che procedono un po' a strappi: una volta che i bambini si abituano al fischio delle punizioni, cominciano a commettere piccole/grandi scorrettezze non visti. Allora i papà (e le mamme) devono imparare a tirare fuori i cartellini... con tutto quello che ne consegue in termini di equilibrio (fra fratelli, fra situazioni, fra "falli"). A volte sembra di non sapere come fare, ma sono esperienze che fanno crescere anche i genitori, non solo i figli.

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  2. @do minore: in effetti alcuni testi sacri, se letti al momento dovuto, aiutano con le giuste "direttive". Altrimenti si cresce insieme, si saggiano i limiti dei reciproci comportamenti, si cammina sui confini. Poi qualche volta anche si sbrocca e si ricomincia. Importante è trovare un qualche sentiero da percorrere! :-)

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  3. Desian, sono d'accordo con quello che scrivi sulle regole e le punizioni.

    Forse ne ho bisogno anch'io di una punizione: la mia prima azione sul web è stato un disastro galattico: ho sbagliato data dello sciopero, ho sbagliato il codice e poi è andato anche in palla il computer, adesso però dovrebbe essere tutto a posto, a parte il fatto che devo nascondermi per sempre :-(

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  4. certo certe partite non durano 90 minuti ...

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  5. Ciao Desian,
    sono SuzieD. Mi fa piacere aver trovato il tuo blog, soprattutto per leggere l'altra metà del mondo cosa pensa!
    ..e sulle regole sono assolutamente d'accordo. Sono fondamentali.
    Se vuoi vienimi a trovare sul mio blog. A presto.

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  6. @extra: ma che nasconderti!, il banner è bellissimo e come vedi ora è al suo posto, la data l'hai corretta (quella sbagliata, l'avevamo vista in tre...) e se anche il computer è ripartito allora possiamo affrontare lo sciopero della TV. Ora però diffondiamo il messaggio: oh 'vvia ci farò un postarello...

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  7. @suzieD: grazie della visita, grazie di esser diventata una amica del mio blog. Ricambio!

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