lunedì 2 dicembre 2013

Famigliuole

Stasera la città era ostaggio di una partita di calcio. Fiorentina-qualcosa, non so bene cosa.
Per fare quella manciata di chilometri che separano l'ufficio da casa - che nel traffico serale del rientro sono dieci, quindici minuti - ci ho messo un'ora e venti.
Questo ha significato il salto di ogni programma: niente judo per la donna grande e un paio di suoi amici, visto che ero io l'incaricato al trasporto comune verso il dojo. Ma questo è il meno che possa capitare all'ignaro (e sinceramente un po' coglione) individuo che si aggira per la propria città senza pensare ai sacrosanti diritti di chi di calcio vive.
Le strade in mano a trogloditi armati di scooter che potevano fare quel che volevano: passare col rosso, scavalcare gli altri, salire sui marciapiedi, invadere la corsia del tram (mentre il tram era lontano, of course...). Qualcuno di tali cavalieri senza cervello e senza regole (regole?!?! Mai sentita la parola, proprio) aveva persino da scuotere la testa, incredulo di tanto caos (come se lui, lo scuotitore, non fosse parte attiva di quel caos).
Neanche sottolineo che, ad un certo punto, un attempato gentiluomo in moto mi si è stampato sulla fiancata dell'auto urlando dietro il finestrino ben chiuso "ma che fretta c'hai?!?! Fammi passare!!!". Figuratevi che fretta avessi, marciando a 7 kmh.
Ma tant'è. Il calcio, questo sport per famigliuole.
Che stimola comportamenti così virtuosi.
È reato sperare che la squadruccia retroceda fino in serie C? Magari le famigliuole troverebbero qualcosa di meglio da fare, il lunedì sera.

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