martedì 2 dicembre 2008

La profe

Doveva accadere, non c'erano santi: la profe s'è incriccata.
Saranno stati i primi freddi, sarà stato dover domare orde di adolescenti imbufaliti dalla Gelmini (ah, l'occupazione...) e il clima malsano che si respira in quegli ecosistemi di estrogeno e testosterone. Sarà che non si cambia impunemente lavoro-settore-universo oltre i 40. Sarà.
Sarà che la trasformazione da Hyde/metalmeccanica in un'azienda della "gnu" economy (l'economia della savana rivisitata: che tu sia leone o gazzella, alzati e corri) a Jekyll/profe della scuola pubblica stroncherebbe sia Lifšic che Landau. Che appunto la (ormai ex) metalmeccanica sempre scienziata era (fisica!...) e cosa ci facesse tra gli "gnu" era un mistero per tutti.
Fatto sta che la mi crolla all'improvviso: il rinculo è terrificante quando il tuo tempo era tutto suo (del padrone) e, all'improvviso, eccolo qua, torna tuo e tu non sai come gestirlo.
E allora: febbre (38.3, 39.5, 37.7), tosse e moccio (verde), dolori articolari, periartrite semi-galoppante, torcicollo preventivo psicosomatico. Immersa nel delirio da correzione (compiti in classe, verifiche scritte, relazioni di laboratorio) il letto ormai è una dolce chimera. Professionale fino all'ossesso, è andata a scuola anche con la suddetta febbre (ecco ché si arriva a 39.5!) purché il divin flagellante dei pubblici fannulloni non avesse di che ridire.
Così lui non ha ridetto, gli alunni c'hanno un fantasma di profe, lei si fa pere di antibiotico e qui tutto va a rotoli in attesa di momenti migliori...
Ah, com'eravamo tosti ai tempi della Fiom!

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