mercoledì 10 aprile 2013

Domani è un'altra gara

- Babbo, questa gara non mi è piaciuta per niente.
- Ma no, uomo piccolo, sei stato bravissimo. Hai fatto del tuo meglio.

Secondo me, la prima gara sportiva non è un avvenimento del mondo reale ma somiglia più ad un sentimento provato nel calduccio del proprio essere. Sei lì, in quel palasport pieno ma vuoto (perché sul tatami sei solo, per quanto tu possa allungare uno sguardo sulle gradinate, verso tuo padre), sei accaldato ma tremi, la tensione ti riempie come un orcio. E questo stato d'animo, tuo padre, lo vede anche da lontano, persino da quei gradoni di cemento. Sei uno dei pochi che non sta fermo un attimo, nemmeno un secondo. Mentre aspetti il tuo turno, arrivi persino alle mani, a metà tra lo scherzo e la rissa nuda e cruda, coi tuoi vicini/avversari.

La prima gara buca l'anima.
- Babbo, ma avevano le braccia rigide, non si facevano prendere. Non ho potuto fare nemmeno una tecnica.
- Stai tranquillo, uomo piccolo. E poi devi essere contento, era la prima volta e non potevi sapere come si fa. Vedrai che la prossima volta andrà un pochino meglio, poi meglio ancora la volta dopo, e via e via.
- Dici, babbo?

Sì, provo a dirlo, perché sei tu che ci hai insegnato che "crescendo la vita diventa più bella". E forse non sapevi nemmeno cosa stavi dicendo ma sicuramente avevi ragione. Si viene via mortificati, quando si perde. Ma forse si guadagna un insegnamento, un'affettuosa arruffatina di capelli da parte dell'allenatore, un discorso come tra adulti con tuo padre, di quelli che non è mai facile trovare il momento e l'occasione per fare. E anche, il che mi sembra la cosa più bella, la capacità di scacciare quell'ombra buia dal viso, di tornare a raccontare il tuo mondo, non appena centrifugata la delusione.
Persino la medaglia che tutti avete avuto, identica una all'altra, senza graduatorie rigide (anche se i vincitori - bravissimi! - ci sono stati), diventa un oggetto poco importante.
- Hai visto, babbo, sembra una cosa da bambini piccoli.
Allora non c'è proprio nessuna consolazione? Ma certo che sì: la merenda, biscotti al cioccolato e succo di frutta per tutti. Ché domani, casomai, è un'altra gara.

4 commenti:

  1. Anche mio figlio grande (6 anni) ha fatto la sua prima gara propedeutica di Judo a fine marzo!!!! così piccolo su quel tatami così grande, con tutti gli occhi puntati addosso....eppure un self control incredibile, io al posto suo non ce lo avrei avuto...mi ha detto che non era tanto emozionato perchè quelle cose le aveva fatte tante volte durante gli allenamenti, e ovviamente il merito di aver impostato la loro prima gara in questo modo è sicuramente del Maestro....il Judo è una disciplina alla quale ci siamo avvicinati quasi per gioco e invece è stata una scoperta entusiasmante, è davvero una scuola di vita, senza contare il fatto che secondo me è diventato più forte fisicamente. Le prime grandi prove della vita non si scordano mai....lui non era emozionato, ma io avevo le lacrime agli occhi!!!!!
    Ti leggo sempre con piacere.
    Valentina

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    1. @valentina: anche per noi il judo è stata una scoperta bella: l'uomo piccolo è pieno di energia e molto irrequieto, il judo e, soprattutto, il suo maestro (giovane ma autorevole al tempo stesso) lo stanno aiutando a guidare la sua esuberanza. Credo che sia stata una buona scelta, soprattutto se pensi che l'alternativa era il calcio. E condivido anche il fatto che sia una gran bella e forte emozione quella di vederli lì per la prima gara (affontata con tanta tensione ma poco agonismo... eheheh), il respiro si fa lento, li vedi laggiù sul tatami (noi eravamo in un grande palasport) un po' soli, un po' distanti e un po' cresciuti. Sarà questo mix che emoziona noi genitori..... Grazie per leggermi con tanta passione :-)

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  2. purché la gara duri da quando sale sul tatami a quando scende, perché torni subito il sole nel sorriso

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    1. @amanda: sì, il sole nel sorriso torna subito. E le nostre gare ("nostre" perché è un sentimento condiviso, fin troppo, in famiglia), come dicevo qui sopra a Valentina, sono molto all'acqua di rose, agonismo poco. E siamo contenti così. Anche se, a volte, lo sport sarebbe proprio quello: agonismo.

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