martedì 29 novembre 2011

È dura essere un uomo piccolo

Certe volte l'uomo piccolo è proprio insopportabile: basta invitare un amico, basta che la giornata sia andata un pochino storta (un rimprovero dalla maestra?...), basta la solita stanchezza serale o sul finire della settimana che diventa ingestibile. Urlante, ipercinetico ed eccitato, non capisce più niente. Confessa senza remore che, in quei casi, è in preda a una specie di trance.
"Ma io non ce la faccio a darmi una regolata, come vorreste voi".
Non riesce a riprendere il bandolo di un comportamento accettabile.
Quando capitano serate così mi sento davvero stretto in un angolo. In preda a pensieri balordi sul fatto che allora bisognerebbe essere ancora più inflessibili, che le punizioni non sono mai troppe, che forse è un bambino amplificato e allora ci vorrebbe l'intervento di un esperto. Uno vero, non un semplice genitore... Per di più impotente.
Certo, se uno ci riflette un attimo si rende conto che, dal suo punto di vista, è davvero dura essere un uomo piccolo. Che tanti sono gli elementi che lo disturbano, che ne turbano l'equilibrio. In effetti l'uomo piccolo è un congegno piuttosto delicato: un tenero puffo ancora dedito alla coccola pre-nanna, allo stropicciamento totale con l'adulto che perde ogni ritegno riportato nel suo elemento, l'essere un "semplice" ragazzino.
È quella identità che ancora ondeggia e barcolla, sono le sue paure che si affacciano dietro quegli strepiti serali, l'insicurezza lo spinge oltre il confine.
Se l'adulto di turno si chiede allora cosa stia succedendo e non riesce a darsi risposte adeguate, forse è il caso di continuare a cercare. Di capire. Di andare avanti nel costruire piccoli mattoni, nel mettere in campo pazienza e comprensione. Perché se è difficile sapere cosa fare, è davvero tremendo non conoscersi ancora del tutto.

14 commenti:

  1. vorrei capire meglio cosa intende per trance lui e cosa intendi per punizioni tu

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  2. @amanda: lo so uso parole un po' "letterarie", a volte. La realtà è più "semplice": l'uomo piccolo non dice "trance" ma dice letteralmente che, quando ha un amico a casa, lui si sente di aver voglia di urlare ed essere sopra le righe e di non riuscire ad essere più tranquillo, a fare giochi più rilassati, meno rumorosi, come gli chiediamo noi grandi. Dice proprio "non ci riesco".
    Beh, le punizioni sono le punizioni. Se non ti comporti così non usi il Nintendo per una settimana. O non guardi la tv. Oppure non invitiamo nessun amico per una settimana. Amanda, per favore, come se ne esce?! :(

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  3. Ciao, credo di non aver mai commentato,
    ti capisco, ah, se ti capisco...

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  4. @el_gae: ciao, benvenuto! :) Eh sì, problemi serissimi e complessi.........

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  5. Desian, per favore, posso far leggere questo tuo post, specie la chiusa, al cdc dei Merry Men?!

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  6. @'povna: basta che poi i componenti del cdc non se la piglino cone me!!! :))

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  7. ma è normale che si esaltino quando ci sono gli amici per casa, viene quello che dalle nostre parti si chiama "imboresso", l'euforia, diverso è che sfoghino in casa frustrazioni scolastiche e che vadano sopra le righe per questo, nel primo caso, li redarguisci, fai il severo se si è troppo sopra le righe, nel secondo caso bisogna fornire gli strumenti per affrontare la frustrazione, ragionare sulle motivazioni dell'insegnante, sostenere.
    Ma che te lo dico a fare? Lo sai meglio di me

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  8. @amanda: a volte penso di saperlo. Altre volte credo di non saperlo più fare. Altre ancora sembra che non accada nulla, malgrado la buona volontà. Son periodi così, un po' traversi. Poi capita anche che il babbo di un suo amico venga a dirti quanto sia stato "buono" e beneducato oppure che il suo maestro di judo lo pigli ad esempio verso gli altri. E allora tiri quel sospiro di sollievo. Forse, tuttosommatoetuttodunfiato, non è questa tragedia che uno si dipinge.... :) E un sorrisino rispunta.

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  9. C'è quell'ultima frase che, mutatis mutandis, si adatta così tanto anche a noi e a loro!

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  10. Io ne ho due di uomini piccoli che si mandano in fibrillazione a vicenda, e abbiamo un paio di amici che vorrei non venissero affatto, ma come si fa? Perché hanno un effetto tragico sul maggiore dei due.
    E pure io a volte mi chiedo se siano amplificati e no, mi ricordo che io giocavo in strada e sugli alberi interi pomeriggi, che loro non hanno allo stesso modo alla stessa età.
    E stasera li stiamo facendo fare una docciona separati, ognuno i suoi tempi, i suoi massaggini all' olio, la sua coccola separata, che poi vogliono dormire insieme ma nelle sere di scuola il giorno dopo fanno troppo casino e io sto in corridoio sul fat boy a fare il cerbero, poi se si decidesse almeno uno ad addormentarsi e lo fanno nel mio letto, insieme, separati, bo, mi viene da dire: ma una bella botta in testa no? Ed è no pure quella e forse sarebbe pi¨`facile per noi se fossimo meno stanchi, con teste meno intrecciate, per prenderli in braccio, contenerli fisicamente, dargli il ritmo del respiro e forse si riappacificano. O forse no, perchè anche gli uomini piccoli, per quanto piccoli, sono già uomini e non più neonati.

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  11. Io con quello piccolo ogni tanto scopro una pazienza che non sapevo di avere. O forse è solo stanchezza, e la consapevolezza che tanto di errori ne farei lo stesso. Non so se è meglio, so che però devo campare anch'io.

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  12. @ba: barbara mi piace sempre la tua grande energia, traspare dalle parole e da come le metti insieme, così come le metti. E hai ragione quando dici che dovremmo essere meno stanchi e con teste meno intrecciate ecc. Stasera sono andato ad ascoltare Recalcati, piccola conferenza sul padre: dice che la cosa migliore che possiamo fare, noi genitori non soltanti i padri, è quella di creare e custodire il vuoto per i nostri pargoli. Un vuoto, dice lui, che sia la capacità di non avere aspettative nei loro confronti ma solo una sana, "avvertita", fede nel "come sono". Che dici, ci proviamo?! ;)

    @LGO: ben ritrovata, cara. Anche il tuo insegnamento mi piace perché io, che ho sempre creduto di avere un'enorme pazienza, mi scopro a doverne cercare ancora (che non sempre si trova così, all'impronta... quando serve) e scoprirmi quindi cercatore, cercatore, cercatore. Ciao!

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  13. @Desian:se fuori casa è un esempio di morigeratezza ed educazione è l'emblema di una "normalità" infantile che si è persa nel tempo, ci sono tali selvaggi impuniti, l'altro giorno una bimba che non voleva farsi visitare (cosa più che normale) mi ha mandato in quel posto definendomi in modo escatologico (cosa a mio giudizio affatto normale per una bimba di 4 anni che si rivolge ad un adulto) sotto gli occhi della madre laureata e professionista che non ha battutto ciglio ed anzi le diceva "povera piccola"

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  14. Scusa ma per piccolo intendi la corporatura o esclusivamente la mentalità?

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