lunedì 7 giugno 2010
Gli accessori del babbo (17): la cartolina illustrata
Sì lo so, suona un po' antico: cartolina illustrata sa di anni '50, di Domenica del Corriere. Del mondo visto attraverso il postino che ti consegnava un'immagine che, per la sua stessa ragion d'essere, all'epoca aveva un sapore esotico.
Questo è un autentico accessorio del babbo, più di altri, se si potesse dire. Uno di quelli che viene da lontano, da una mia passione d'infanzia: le collezioni. Cartoline e francobolli. E tante altre, accanto a quelle.
Forse anzi arriva da un gesto insegnato, da una passione precedente a me stesso. Ma non saprei dire con certezza, potrebbe essere solo una mia proiezione, un desiderio.
Nell'epoca della mail, del messaggio istantaneo, del cicaleccio onnivoro, ho insistito io perché i pargoli (nativi digitali) imparassero l'arte, il piacere, il gesto della cartolina. Scegliere, pensare, scrivere, affrancare. Spedire.
Spediamo un pensiero, un piccolo pezzettino di noi che nasconde gesti concreti. Uscire, fermarsi dovunque le vendano, rigirarsi quella foto tra le mani, il francobollo. La buca delle lettere.
La donna grande, per meri motivi anagrafici, è stata la prima ad imparare. All'inizio non era entusiasta, le costava fatica mettersi lì a scrivere, trovare frasi adatte alle persone. Tanto che a un certo punto mi sono sentito perduto: inutile, non è il loro mezzo. Hanno e avranno altre modalità di comunicare. Lasciamo perdere.
Poi, invece, come tutte le passioni che si piantano nel terreno soffice dei sentimenti, la donna grande è sbocciata (e da quest'estate mettiamo all'opera anche l'uomo piccolo).
Ora è lei che chiede di comprarle, che le sceglie (ad ogni destinatario, una precisa immagine), che le scrive per intero senza più suggerimenti. E vuole, ovviamente, imbucarle. All'inizio, non coglieva la differenza tra imbucarle dal luogo in cui eravamo oppure, magari in ritardo, dalla buca postale sotto casa.
Adesso non più.
Finalmente il meccanismo è compreso: perché la prima, fondamentale regola è che la cartolina illustrata si spedisce da dove si compra!
Una cartolina, in fondo, è un disegno nel cielo, una curva tra due luoghi.
Un volo.
Che lo compia davvero.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
nel cassetto sotto il mio letto, a casa dei mie c'è ancora la scatola delle cartoline, poi c'è la scatola di latta con i bigliettini che ci scrivevamo ogni giorno con le mie amiche ( avevamo inventato già gli sms. dobbiamo fare una cena con le tre amiche di infanzia con cui ancora ci si vede una volta l'anno per leggere quelle lettere, non so se lo faremo mai, ma l'importante è che potremmo farlo. Le cartoline io le spedisco ancora :-)
RispondiElimina@amanda: niente più scatole per me, disperso chissà dove il loro contenuto. La mia scatola, oggi, è raccontata in questo post! :-)
RispondiEliminabè però io non ho figli a cui appiccicare l'amore per appiccicamento del francobollo, anche se i miei nipoti ed io ce le mandiamo amorevolmente ad ogni viaggio... finchè dura
RispondiEliminaper non parlare dei francobolli, non erano delle piccole storie ?
RispondiEliminama forse quella dei bigliettini tra amiche lasciati sotto il sasso era solo una cosa femminile, non ricordo di miei amici maschi che facessero lo stesso.
RispondiEliminaanche io non spedisco più cartoline (non ne ricevevo più e ho smesso anche io) ma ho insegnato ai miei figli a spedirle. la cosa più faticosa è il difficile reperimento di una buca delle lettere. ma il mistero affascinante di come diavolo faccia ad arrivare a destinazione rimane. per i piccoli e per i grandi.
RispondiElimina