venerdì 26 marzo 2010

Votare, oh oh...

Ancora una volta, ci siamo quasi: ma come siamo affezionati al voto, noi italiani!
Non alla politica, ai contenuti dei pensieri che governano il mondo; proprio al voto, ai risultati elettorali. La classifica, insomma, e non è nemmeno un retaggio cattolico stavolta.
Forse un retaggio calcistico. Peggio.

Si leggono e si sono lette tante riflessioni sul voto, anche sui blog, negli ultimi tempi, in queste ultime ore. La mia impressione è che ci sia, come spesso negli ultimi anni, un gran saltabeccare da una lista all'altra, da un candidato all'altro, tra gli elettori. E' il fascino del nuovo: il volto nuovo, la proposta politica nuova.
Un nuovo simbolo, un nome nuovo.
Tutto nuovo, di zecca.
Non entro nel merito, non commento il nuovo.

Io voto da anni sempre uguale.
Anni.
Non ho scoperto, in politica, idee nuove che non conoscessi già: dal vecchio aberrante fascismo, ma aggiornatissimo, in giù.
Così ho votato sempre uguale, slalomando tra decine di nuove proposte, insofferente alle ulteriori possibilità alternative. Magari sono troppo conservatore. Magari il mio pensiero politico non è evoluto, in tutti questi anni.
Perché guardandomi intorno, ancora una volta, mi par di capire che il piatto che ci hanno cucinato non ci piace ancora. Ne vogliamo un altro, vogliamo ulteriore libertà di scegliere.
Ulteriore.

Ogni volta che si vota, in Italia, qualcuno si diverte a contare le liste. Ne vengono fuori centinaia. Centinaia. Centinaia.
E noi vogliamo scegliere. Scegliere qualcosa di nuovo, veramente nuovo. Volevamo un altro candidato, un altro simbolo. Una nuova, ulteriore alternativa.
Così facendo, negli anni, ci siamo incamminati, a gran velocità, verso il baratro. E ora abbiamo cominciato a correre.
"Io voto Questo".
"Io no, io voto Quello".
"Io sono per il voto disgiunto".
"Io... beh, io voto congiunto".
"A me piace la sua idea".
"Io adoro come parla Quella lì".
"Ah, che bel programma ha Quell'altro! L'hai letto?".

Insomma, da anni voto sempre uguale.
Voto un'idea.
Una sola e sempre quella.

Siamo davvero sicuri che si chiami "libertà" questo nostro correre verso la catastrofe?

13 commenti:

  1. Spiegami come fai.
    Io votavo sempre uguale. Sempre la stessa idea.
    Poi sono cominciati a cambiare i nomi, e io cercavo di riconoscere dove era finita la mia idea, quella che voleva continuare a votare.
    Ora mi è sempre più difficile.

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  2. Io voto uguale, e spero sempre qualcosa cambi. E anche se vedo un paese sempre più vecchio e cadente, non rinuncio a sperare nella possibilità di un futuro per i miei figli

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  3. Io stavolta mi asterrò anche se i due candidati alla presidenza della mia regione sono molto interessanti e uno di loro mi avrebbe potuto far dare un voto diverso dal solito. Ma stavolta mi asterrò perchè sono stanca di questa politica che non risolve le questioni serie e di questi politici che ci vengono imposti. Oltretutto dovrei votare sulla fiducia dato che non ho sentito nulla sui programmi elettorali. E poi, diciamocelo, sogno che in tanti facciano come me per mettere un pò in ansia la casta più potente del nostro paese e per ricordare, non solo a chi lo ha detto ma anche a chi ha fatto finta di niente nel sentirlo, che sulla mia copia della Costituzione della Repubblica Italiana c'è scritto che la sovranità appartiene al POPOLO, non al Parlamento. O no?

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  4. @LGO: a cercarle, le persone e le idee si trovano sempre. Anche se cambiano nome. Io faccio così, le cerco con attenzione. Proprio perché altrimenti la confusione sarebbe grande sotto il cielo.

    @lorenza: un po' speriamo che cambi qualcosa e un po' impegnamoci a farlo in prima persona, il cambiamento.

    @sicampeggia: la casta non sono i "politici", la casta sono i "cattivi politici", quelli corrotti e malfidati. Non sono d'accordo sull'astensione: la sovranità ci appartiene SOLTANTO se votiamo. Se restiamo a casa è un rifiuto (o una protesta) che penalizza noi stessi.

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  5. Sono giorni che vado cercando !
    Vabbé, ho qualche altra ora a disposizione ;-)

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  6. è almeno la quarta volta che mi dico, stavolta basta non voto (perché sinceramente non li vedo più quelli che in teoria rappresentavano la mia idea) e invece qualcosa mi fa cambiare idea in corner. ormai credo che lo facciano apposta a creare pasticci e situazioni aberranti per non farmi disamorare del tutto.
    ps sono piattins, ma entro come amelia e ale perché stavo di là e non mi va di fare avanti e indietro. comunque ho messo a tacere zio gatto, perché se parlasse lui... apriti cielo!

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  7. Io non riesco ad accettare nessuna ideologia (al limite posso rifiutarne qualcuna più facilmente di altre), cerco di volta in volta persone, schieramenti e idee che mi sembrano più adatti non dico a rappresentarmi, ma almeno a risolvere i problemi del momento.
    Di conseguenza, ho cambiato molte volte il mio voto. Per fortuna le mie convinzioni e i miei principi non si sono smarriti, ma casomai rafforzati nel tempo. D'altra parte, non c'è stato un singolo voto di cui non mi sia rapidamente pentito. E non mi stupisco: quando cominci a votare "il meno peggio", come mi capita da dieci anni, non può che finire così.
    MI sforzo però di continuare a votare: l'astensione è una tentazione forte, il suo messaggio sarebbe anche chiaro. Peccato che nessuno dei nostri politici sarebbe disposto ad ascoltarlo. Quindi non voglio privarmi del mio voto per niente. Ciao.

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  8. la 'povna ha fatto in tempo a tornare e a votare. ha votato anche lei un'idea che le pareva (per approssimazione per difetto, per la verità) abbastanza coerente con le cose in cui crede. alla 'povna votare piace. e concorda con te che l'astensione è davvero l'unico modo per rinunciare consapevolmente a quella sovranità. per questo votare le piace: perché le piace l'idea di mettere anche il suo sassetto del bigoncio. le piace l'idea che il suo parere conti, insieme a quello di tutti. sì, votare le piace almeno quanto (e lo dice seriamente) pagare le tasse.

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  9. caro Desian è andata, dopo aver rispettato il giusto silenzio elettorale, vengo qui a chiarire i motivi del mio astensionismo:
    vivo nella regione Lazio e, dopo lo choc dell'affare Marrazzo mi trovo davanti la Polverini persona che stimo (da quando, lo scorso 1° Maggio, prese i soldi messi a disposizione dal suo sindacato per i festeggiamenti e li consegnò nella mani del presidente della regione Abbruzzo; all'epoca non era pubblica nessuna ipotesi di candidatura)ma candidata da una coalizione cui non ho mai dato il mio voto, e la Bonino che è quello che è: preparata, appassionata, carismatica, RADICALE, che, con tutto il rispetto, non è molto l'idea politica che più mi confà.
    All'inizio mi trovo in crisi poi penso di capire cosa propongono e di valutare col criterio della realtà e della ragionavolezza in un'ottica di concretezza, perchè sostanzialmente una regione deve essere amministrata bene. Mi dico: "Alla fine arriverà l'illuminazione".
    Invece è arrivato il famoso incidente della presentazione delle liste e relative polemiche, il silenzio stampa televisivo e un senso di fastidio pervadente che neanche lo sdegno degli ultimi giorni è riuscito a trasformare in senso di partecipazione.
    Non mi piace, col mio voto, firmare assegni in bianco a chi poi potrà fare tutto quello che gli passa per la testa asserendo: "Ma io ho vinto". Il mio voto non lo voglio gettare dalla finestra perchè ai padri dei miei padri è costato sangue, piuttosto che svilirlo così, lo uccido, non usandolo, per questa volta.
    Avrei potuto sentirmi in pace con la coscienza dicendomi: "ma dai, vota almeno per il PD, l'hai sempre fatto, è il tuo partito".
    E no, perchè il mio voto lo sacrifico proprio davanti a loro, che dopo Marrazzo, in risposta allo smarrimento dei propri elettori, come risposta vanno a pescare una candidata esterna. Grande messaggio di speranza!
    Allora Desian, scusa lo sfogo ma ci tenevo che tu ( e anche 'povna) non pensaste che il mio astensionismo fosse disimpegato e superficiale. 'E stato difficile analizzare e decidere, alla fine ho optato per l'epochè.
    Adesso ti chiedo un favore, mi dici tu che avresti fatto nella mia situazione, dato che giudichi l'astensionismo inutile e dannoso? Ci tengo a un tuo parere, ciao.

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  10. @povna: comincio dalla fine: anch'io credo che votare e pagare le tasse siano due dei più alti compiti che spettano ai cittadini di una comunità, piccola o grande che sia. Insieme a crescere altri esseri umani (figli, allievi, persone, ecc) rispettosi dell'idea stessa di cittadinanza. La condivisione delle regole del vivere civile...
    Poi sono convinto anche che l'opinione espressa da un voto conti e sia "potente": col voto si possono fare delle cose, col silenzio no.

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  11. @do minore: a me piacerebbe tanto il 100% di schede bianche come nel romanzo di Saramago... ma la letteratura è una cosa, la vita un'altra!

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  12. Caro Desian, la 'povna concorda su tutto: ma in specie sull'idea di cittadinanza, e sul fatto che il silenzio non paga (né può farlo mai). Le schede bianche sarebbero un messaggio splendido, ed è questa la bellezza della letteratura, che ci fa attraversare una quantità di mondi possibili che altrimenti mai (privilegio grandioso e terribile che la letteratura condivide insieme ai sogni, ai sogni a occhi aperti, e ai giochi dei bambini). Per quanto riguarda la domanda su "che cosa avrebbe fatto nel Lazio", la 'povna lo ha detto anche in Slumberland: avrebbe votato Emma, in nome di una parola. Anzi, due: Bagnasco e laicità.

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  13. mah... io non credo ai coup de teatre. e non mi è mai piaciuto il sindacato della polverini, al di là delle sceneggiate televisive della sua segretaria.
    e la laicità è un mio pallino, quindi nel lazio non avrei avuto esitazioni.

    devo dire che a questo giro più di altre volte non ho avuto esitazioni, anche perché nella mia regione ho potuto dare un voto che aveva un senso per me oltre a votare solo contro.

    ma conta poco... visto come è andata conta pochissimo.

    un paese anestetizzato, continuo a ripeterlo

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