domenica 22 febbraio 2009

Campagna

Da qualche anno frequento le terre emiliane, per affetto. Sfatando alla grande il luogo comune che i parenti, per di più acquisiti, siano sempre serpenti: la zia Ross ci vizia col suo panettone ripieno (ebbene sì, anche a carnevale, basta essere previdenti!); lo zio Vince ci riempie di leccornie pret-a-porter (tocchi di grana da chili, salumi straordinari).
La trovo una terra civilissima, fatta di persone civilissime. Persino quel suo ostentato benessere (ché viene dalla campagna, dalla fatica della terra) è fatto di schietta buona educazione e di grande signorilità. Praticamente in chiunque, in città come in campagna.
E da qualche anno, abbiamo trovato lassù anche il nostro carnevale (cosa che qui in Toscana ancora non ci è toccata): una festa fatta in casa, con buffi carri tirati da trattori. Una festa sponsorizzata dalla locale Croce Verde, oppure dalla sezione dell'Aido, oppure dall'azienda locale che produce, e vorrei vedere, tortellini o mortadella. Mica come quei carnevali da mondovisione dove a farla da padrone sono le multinazionali del cioccolato o del latte in polvere (che poi mandano avariato in Africa...)!: questa è una festa campagnola e popolare, autentica perché fatta per le (e con le) persone, dove ancora ci sono bambini e coriandoli, mamme di "zigomo forte e fianchi un po' larghi" vestite da damine settecentesche, babbi inguardabili addobbati da donna, bambini con in testa un elmo di batman fatto di cartoncino bristol e fantasia. Bambine con le gamberelle secche a cui basta una calzamaglia nera e un paio d'alucce in tulle e fil di ferro per diventare farfalle.
Insomma una festa semplicissima, vera, un po' caciarona. Mai sguaiata, però, forse proprio perché nessuno ha nulla da dimostrare: non c'è il carro più ganzo da premiare, non c'è la tv ad invadere (al massimo quel signore che si sgola nel microfono su un palco precario), non ci sono né lotterie, né ricchi premi, né cotillon (al massimo dai carri vola qualche pacchetto di mortadella e tortellini, appunto). E senza nulla da dimostrare, vanno avanti da 40 anni, dal 1969, col loro carnevale dei ragazzi.
C'è soltanto una grande allegria, un paese intero che partecipa, una parentesi di carta colorata, delle grandi risate, una in faccia all'altra.
I pargoli, poi, sono entusiasti: possono saltellare qua e là, liberamente, senza alcuna paura di finire inghiottiti da una folla rincretinita dal volgare, senza il timore di avere un costume non all'altezza. Insomma, senza ansie da prestazione. Che non è poco. In campagna, la più civile che io conosca. Persino a carnevale!

3 commenti:

  1. mi sembra esattamente il posto dove abito io !
    è che comunque a me il carnevale piace poco a prescindere e personalmente abolirei questa cosa del tirare le goloserie dai carri; perchè finchè si trattava di caramelle era una cosa, ma da quando siam passati ai panini e altre sostanziose cibarie la gente, non so perchè, va fuori di testa !!
    domani ci tocca comunque !!
    buon martedì grasso.

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  2. Qui a Roma non ci tocca niente di simile. Però da quando mio figlio va in una piccola scuola di piccole suore, che poi è la stessa dove io ho fatto le scuole medie ed alcune delle piccole suore sono ancora le stesse, mi è capitato di rivivere queste feste un po' sgangherate, un po' caciarone, che alla fine ti lasciano soddisfatto.
    A noi ieri è toccata la festa di carnevale: tutte le famiglie, di domenica pomeriggio. Roba da anni '70. Eppure i bambini, un po' Power Renger e un po' fatti in casa, correvano felici, magiando le torte delle mamme degli altri e zigzagando tra le gambe di genitori tranquilli immersi in chiacchiere senza fretta...
    Bah... sarà che basta così poco, ancora oggi, anche se a volte ci piace far finta che ormai è tutto complicato...

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  3. @lasimo: non so dove abiti tu, io parlavo di un posto in prov di modena che si chiama piumazzo, davvero carino, e la gente non è affatto così assatanata, anzi... tutti molto tranquilli e rilassati.
    @silvia: sì credo anch'io che spesso complichiamo inutilmente. Delle suore, invece, io non ho un buon ricordo... ciao.

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