venerdì 2 dicembre 2016

Populismi e caldarroste

Quando ci lamentiamo dei populismi degli altri dovremmo sempre ricordarci di qual è il Paese del mondo dove un capo di governo fa il tipo di propaganda che è stata fatta nelle ultime settimane qui da noi. (Senza che nessuno ne chieda l'interdizione).
E quando dico "propaganda" intendo in senso letterale, con tutti gli argomenti, le minacce, le bugie, le false notizie e il paternalismo ributtante che ci è stato profuso.
Quando ci lamentiamo dei populismi degli altri dovremmo riflettere sul tipo di società che siamo diventati e sul perché ci lasciamo trattare così da un uomo politico, e non è nemmeno la prima volta.
Mi piacerebbe riflettere sul tipo di masochismo sociale che ci anima. Forse non sappiamo (cosa) pensare.
E stasera, per chiudere in bellezza, verrà a Firenze a comprarsi il Paese con vin brulè e caldarroste. E' talmente nuovo lui (gli altri sono casta, dice) che usa metodi strapaesani da anni Cinquanta. E' un vecchio imbonitore da fiere che pensa ancora di trovarsi davanti una platea di analfabeti, di fessacchiotti.
Io non mi sento soltanto profondamente indignato (e accidenti se lo sono!) che mi cambino la Costituzione sotto gli occhi, senza uno straccio di visione politica ma solo come lo slogan per il massacro politico di domani.

Io mi sento oltraggiato.

Votiamo con la dignità, se ce n'è ancora un po'. Buon referendum.

2 commenti:

  1. No, a questo giro la Costituzione italiana non s'è toccata e, possiamo dirlo, grazie al popolo che tanto stupido non è...

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    1. Temevo molto gli ultimi giorni ma siamo stati bravi. Abbiamo salvato una delle Costituzioni più avanzate del mondo.

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