Beh, siamo stati fortunati.
Dopo lunghe ed articolate conversazioni - la profe ed io - con l'uomo piccolo, abbiamo capito come stavano davvero le cose.
- Veramente, a me del calcio non importa tanto. Io volevo farlo solo per stare insieme ai miei amici.
Insomma, i suoi compagni di classe adorati.
Quelli che gli riempiono le
parole ed i pensieri.
È una bella fortuna sentirsi così a casa, nel
proprio ambiente scolastico. La donna grande, ad esempio, ha sofferto
parecchio prima di entrare in sintonia col resto della classe. L'uomo
piccolo, invece, anche aiutato dalla presenza del suo compagno del
cuore, è subito entrato in risonanza con tutti gli altri. Senza
timidezze, senza complessi, senza fatica.
Sono spesso i sentimenti, non la ragione, a guidare le nostre scelte.
Quelli del marketing lo sanno fin troppo bene e ciurlano nel manico alla
grande. Ci manovrano.
L'educazione sentimentale è uno dei fondamenti della crescita di ognuno di noi, grandi e piccini, ma credo anche che uno dei compiti più importanti e delicati del
mestiere di genitore sia quello di saperli guidare nelle loro scelte, almeno finché non sono in grado di farle in totale autonomia.
Magari facendogli capire che esse possono essere il risultato di una
buona analisi. Di un buon pensiero. Qualcosa di questo genere, insomma:
- Scusa, uomo piccolo, ma io credevo che tu volessi fare uno sport che ti piacesse.
- Ma infatti judo mi piace.
- E non sarebbe noioso star sempre con gli stessi amici? State già insieme tutto il giorno a scuola.
- In effetti...
- E invece, facendo judo, troveresti altri amici, avresti un altro gruppetto di persone a cui far riferimento.
Non c'è stato bisogno di insistere nemmeno un po'. L'uomo piccolo ha
tirato le sue conclusioni che, malgrado le apparenze, aveva già in
testa. La sua parte razionale era già d'accordo da un pezzo. La sua
esperienza estiva alle vacanze di branco degli scout gli aveva dato
proprio questa risposta: amici diversi in contesti diversi. E tutti sono
importanti.
Ognuno è un legame.
E poi, perché no, spesso fermarsi al primo impulso può nascondere solo quella
voglia di conformismo che tutti conosciamo. Aderire alle scelte della
maggioranza, andar dietro a quel che fanno tutti, a quel che è più di
moda.
Non siamo pecore.
E i sentimenti li coltiviamo in libertà. O, almeno, ci proviamo.
Ah, dimenticavo...: l'uomo piccolo ha ripreso col judo. :-)
se anche avesse fatto badminton o danza classica quella sarebbe stata la sua scelta e come tale doveva essere rispettata :)
RispondiEliminano, sai amanda: è che uno si sente sempre nel dubbio. Aiutarli a "scegliere" è dovere ma anche incertezza, insicurezza di spingere da una parte piuttosto che dall'altra. In questo caso, come dicevo, siamo stati fortunati: le conversazioni hanno chiarito. :)
Eliminail succo dell'educazione sono le conversazioni ;)
Elimina