giovedì 23 febbraio 2012

Dello stile

Magari il tuo scrittore preferito è uno di quelli bravi. Uno che non maltratta la sintassi, che conosce il significato delle parole e le mette in fila come si deve. Magari è uno che ha uno stile, persino qualcosa da dire. E lo dice bene.
Se poi è il tuo scrittore preferito, va da sé, ti piace. Forse addirittura lo adori. Compri tutto quello che scrive, lo leggi sempre.
Magari il tuo scrittore preferito è proprio un grande scrittore, uno che quando scrive raggiunge vette che nemmeno. Magari è uno che, con la scusa del romanzo, parla di te, del mondo, dei sentimenti e del dolore, della vita. Non ha alcuna difficoltà a intessere una visione politica, o filosofica, tra le righe.
Forse egli ha anche un curriculum ormai ricchissimo. Ha scritto tanto, pubblicato con onore. Piace, non soltanto a te.
Così capita che il tuo scrittore preferito debba scrivere (o far scrivere) le sue note biografiche nella bandella o direttamente sulla quarta di copertina. Egli principia con luogo e data di nascita (no, niente paura, non sta declinando le sue generalità: è il tuo scrittore preferito e troverà di certo un modo creativo per dirli) e con il posto dove vive. Due righe interlocutorie, tanto per fare il simpatico (un po' di colore) e rompere il ghiaccio e poi, giù, la lista (creativissima) di quel che ha scritto e pubblicato - dove, perché, quando e vincendo quali premi. Eventuali.
Ma non vuole, non vuole assolutamente risultare serioso, pesante o antipatico e allora chiude con una frasetta. Così:
"E tutto questo nei ritagli di tempo lasciati liberi dalla sua attività principale, che è la pesca sportiva".

Ora pensi: per carità ognuno è libero di definirsi come vuole, di fare quel che vuole, di scrivere quel che crede. Forse.
O forse no.

Fortunato, il tuo scrittore preferito. Ha un lavoro non male (eh sì!, scrive). Sicuramente non ci campa (anche se il suo curriculum straborda di titoli) così per guadagnarsi da vivere deve dedicarsi alla pesca sportiva. Po'erino, si dice in Toscana.

Ora pensi, ancora (perché in fondo anche tu hai poco da fare ma magari non ti dedichi alla pesca sportiva): chissà...
Chissà come la prenderebbe un precario, una dichiarazione del genere, o uno che è appena stato licenziato perché "c'è la crisi". Magari sarebbero contenti. Magari è il loro, di scrittore preferito.
Oppure chissà se anche Italo Calvino quando ha pubblicato... che so, "Le città invisibili" ha scritto (o fatto scrivere) "composto nei ritagli di tempo, dopo aver dato da mangiare al cane e prima di uscire a passeggio con la moglie".
Chissà che stile aveva lui, Calvino.

6 commenti:

  1. mmmm... sì, ti do ragione. un po' però.
    perché lo sai che si scrive di se stessi con l'accento buttato al meglio. per cui se avesse scelto "ho pulito i gabinetti, fatto il custode notturno della discarica comunale, pulito gamberetti" anche questo sarebbe stato per quell'unico intento dell'accento al meglio.
    ha voluto fare il modesto.
    vabbé...
    lo stile, hai ragione.
    sono al di sotto del precariato. nel senso che di lavoro proprio zero. ma non mi sento offesa.
    e non mi ha neanche suscitato nemmeno l'ilarità che forse avrebbe voluto suscitare.
    insomma: ha fatto la battuta!

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  2. Fabio Genovesi non è il mio scrittore preferito (anzi). Però mi pare che il fatto che il suo romanzo si intitoli "Esche vive" e che in tutti e due ci siano in copertina barca e mare forse contribuisca con un dato che non si può tacere alla comprensione del tono della quarta di copertina, o no?!
    Sui precari, non so. Secondo me non c'entra tanto in questo caso (in Italia scrivere è dei privilegiati comunque, quindi o allarghiamo il discorso alla scrittura tout court, oppure passiamo oltre). Calvino è un'altra epoca, direi. In Italia, ora, nessuno scrittore bravo vive del suo talento. Molti vivono di altro. Molti anche di privilegio ancestrale (id est: papà che fa da ammortizzatore sociale). A me pare solo una brutta battuta (ci sta anche voluta dall'editor, visto che sul blog per esempio non c'è). Più o meno come la sua scrittura.

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  3. per alcuni la pesca sportiva è una filosofia di vita, al tuo scrittore preferito va di lusso, fa ciò che gli piace per vivere e del suo vivere: botta di culo

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  4. Vuole il caso che Fabio lo conosco, o meglio se lo incontro per strada lo saluto, ma e' molto amico di alcuni dei miei piu' cari amici..Viviamo nello stesso posto, e ti voglio rassicurare sul fatto che e' una persona semplicissima e gentile, che al massimo va a pescare in cima al pontile, e che quella era una battuta e che e' stato precario anche lui e non voleva offendere nessuno...magari riesco a farli leggere il tuo blog cosi' ti da spiegazioni lui! un abbraccio A.

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  5. i miei scrittori preferiti sono erri de luca, kurt vonnegut, friedrich dürrenmatt, michail bulgakov.
    è un sollievo pensare che nessuno dei quattro abbia mai fatto dichiarazioni del genere.
    de luca sarebbe ancora in tempo, ma qualcosa mi dice che non è il suo stile.
    r

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