giovedì 6 maggio 2010

Genitori crescono

Maggio, il mese delle mamme.
Su Genitori crescono, Serena e Silvia amano andare controcorrente e hanno deciso di dedicare questo mese ad una riflessione... sui babbi.
Così mi hanno chiesto di partecipare alla riflessione, pubblicando sul loro sito quattro post dei miei "gli accessori del babbo".
Siccome i genitori crescono molto meglio se conversano, se si scambiano le esperienze, le paure, le incertezze, se si mettono a nudo nei loro limiti e, perché no?, nelle loro gioie e felicità, se tirano fuori l'ironia che, quando è giusta, aiuta davvero tanto, l'ho trovata un'idea formidabile: in fondo, è la stessa che spinge noi genitori a scrivere i nostri blog.
E poi, senza giri di parole, il loro sito mi piace, il lavoro che fanno per tenerlo sempre aggiornatissimo e così tanto interessante è davvero invidiabile quindi ho aderito con entusiasmo al loro invito.
Si comincia oggi (e l'appuntamento è per i quattro giovedì di maggio) con "gli accessori del babbo (16): la sala parto" che comincia così:

Impresa decisamente disperata, per un uomo, quella di trovare un posto in questi casi.
Se la corsia dei reparti maternità ha una sua fisionomia ben precisa coi pianti dei pargoli, i sorrisi soddisfatti dei genitori, i parenti festanti (a frotte! a frotte!) in visita, la zona dedicata al parto è un ambiente, per così dire, piuttosto ostile al genere “maschio”. Tutto è a misura di donna (...)


Buon proseguimento qui!

E grazie ancora a Serena e Silvia per l'ospitalità!

8 commenti:

  1. con una moglie ostetrica sono riuscito a superare tutto brillantemente(?) Certo sei sempre sotto esame !

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  2. Io, con una moglie profe (che all'epoca non era ancora profe ma scienziata sempre), superai pochino: mi porto ancora il trauma dietro, sotto le suole! :-))

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  3. Desian, quello che penso dei tuoi accessori del babbo lo sai: aspetto soltanto che ti convinca a farne una raccolta, magari anche su carta stampata...

    Mi ricordo l'ingengere che è entrato in sala parto con lo spirito da ingengere e ne è uscito da padre... sopraffatto dalle emozioni. Da quel momento ha tenuto il figlio in braccio per una giornata intera.

    Noi eravamo in una non-sala parto: una stanzetta privata (la Fatebenefratelli dell'isola Tiberina è così per tutti, non c'è sala parto), con arredi normali, non ospedalieri, tranne il letto da partoriente e, per di più, con molti ostetrici uomini intorno.
    Ostetrici uomini e ginecologo donna. L'ideale per un papà in attesa.
    Poi ha accompagano lui Andrea alla prima visita con il pediatra, mentre io ero occupata in altro.
    Dopo, nel protocollo dell'ospedale, li sono previste due ore di assoluta solitudine mamma-bambino-papà, senza possibilità di entrare per nessun parente e per nessun altro estraneo, tranne il personale che si affaccia solo se chiamato.

    Insomma, fin dall'inzio, dal corsi pre-parto (tenuto da un osterico uomo), fummo avvisati che li si partoriva in due: mamme e papà.

    Ed in effetti è stato così. Io avrò sentito più dolore, ma a lui è toccato lo shock di vedere la testa del figlio che usciva completamente deformata, temendo che fosse accaduto qualcosa, perchè mai avrebbe pensato che poteva deformarsi a tal punto, per poi rivederla un secodno dopo perfettamente tonda.
    Non credo che sono cose che dimenticherà (così come non credete mai a chi vi dice che poi i dolori del parto te li scordi! :) )

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  4. Io la sala parto non l'ho mai vista!
    Solo sale operatorie.
    Solo anestesie totali.
    :-(

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  5. @silvia: oh anch'io ricordo la testa della donna grande, che fu tirata fuori col forcipe..., completamente deformata dalla ventosa e ho avuto lo stesso pensiero di ogni altro babbo: ero ebbro di gioia e impaurito da quella testolina. In pochi secondi, tutto tornò a posto. Ma della deformazione del cranio dei nascituri, nei corsi pre-parto, non te lo dicono, eh!

    @LGO: la tua gioia, dopo, è stata differente? No, vero? E allora!... :-)

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  6. i papà che mi portano i bimbi in visita sono ancora pochi, ma quei pochi sono molto organizzati, tranne una sparuta minoranza che sembra abbia stampato in faccia: iononc'ero-e-se c'erodormivo-e-nonsocomeprenderlo-e-nonsocome tenerlotranquilloèunpiccoloalienochemiharapito e lo hanno scritto in fronte proprio così senza soluzione di continuità

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  7. @amanda: "i papà che mi portano i bimbi in visita" tradotto in italiano vuol dire che tu sei una pediatra o una logopedista o qualcosa di simile? per la scritta in fronte concordo con te e aggiungo: è difficile esser babbi preparati (io almeno non ci sono riuscito, ho imparato strada facendo - oddio, in effetti il "sapercomeprenderlietenerli" m'è sempre riuscito benino...), un babbo-prima-di-diventarlo con chi ne parla, con chi si confronta? ciao!

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  8. sono un medico che visita bambini, ed in effetti faccio la pediatra (sostituta), ma visito bambini anche per la mia vera specializzazione (mi occupo di udito di bambini ed adulti).
    e una mamma prima di diventarlo con chi ne parla? sono esperienze che bisogna vivere: te la possono raccontare in mille modi, ma è come nuotare è la pratica che conta :-)

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